Oggi non basterà un prestazione normale, non basterà nemmeno una buona prestazione. Servirà un'impresa, perché di fronte non c'è una squadra di calcio ma una corrazzata che in questi anni ha distrutto tutto e tutti, sia in Italia che in Europa. Inutile negarlo, lo ammetto anche io che i gobbi non li ho mai digeriti, la Juve è la più forte. 

In tanti ex e commentatori in questi giorni hanno detto che Juve-Udinese è una partita dal risultato già scritto. Come dargli torto, visto la figuraccia dell'andata e la voglia della Vecchia Signora di sfruttare il turno favorevole per mettere la freccia ed effettuare il sorpasso al Napoli. Dirsi già sconfitti negli spogliatoi, ancor prima di scendere in campo, è però cosa assai sbagliata. 

"Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso" ha detto ieri un saggio mister Oddo in conferenza stampa citando Bertolt Brecht. Battersi quindi, fino alla fine, poi vada come vada. E' proprio su questo punto che insisto. Oggi non mi aspetto un'Udinese vincente ma mi auguro di vedere una squadra che lotta e non si scansa. Solo così si può uscire a testa alta dallo Stadium. Poi per i tre punti, tutti lo sappiamo, ci vuole anche una buona dose di fortuna, un po' come accadde due stagioni fa quando Thereau sentenziò uno 0 a 1 letale.

Dietro sarà indispensabile non commettere errori. La Juve, Higuain soprattutto, non perdona. Davanti bisognerà invece tornare a pungere. Sta lì secondo me il problema di questa squadra. Tolto Lasagna i bianconeri non segnano più. Manca un centroavanti che la butti dentro o che almeno si possa rendere davvero pericoloso. 

Toccherà ancora una volta ai centrocampisti provare a sopperire a questa mancanza. Chissà se Jankto, che da tempo manda messaggi d'amore alla Juve, sfornerà una grande prestazione per convincere Nedved a portarlo a Torino? Onestamente dobbiamo ammettere che anche questa è una motivazione. 

 

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 11 marzo 2018 alle 09:54
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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