E' vero, contro il Napoli è arrivata un'altra sconfitta ma questa volta voglio essere positivo, voglio guardare al futuro convinto che questa squadra possa crescere e tornare a farci sorridere.

Perché? Perché mi è piaciuto molto come Oddo, arrivato da pochi giorni sulla panchina bianconera, ha preparato la gara. La sua prima Udinese, modellata in solo cinque giorni di duro lavoro, è stata disciplinata e compatta. Ordine tattico, è questo il credo del nuovo tecnico bianconero. Credo che ha portato ad una partita nella quale, rigore a parte, l'Udinese ha rischiato poco o nulla. Ovvio, il Napoli forse se l'è giocata un po' con il freno a mano tirato visto che la testa era già rivolta al big match di venerdì contro la Juve, ma al Friuli di Mertens, Insigne e Callejon nessuna traccia. Se fosse finita 0 a 0, nessuno avrebbe avuto nulla da recriminare. 

Udine grazie a Oddo riscopre poi quel 3-5-1-1 di stampa guidoliniano che un tempo ci portò in Europa. Si ritorna al passato, a quel modulo che ha fatto le fortune di questa squadra. A Castelfranco qualcuno si sarà fatto una risata e va bene così. Perché certe volte è meglio tornare indietro per andare avanti. Sembra un paradosso ma è così, nel calcio e nella vita.

Ciò che mi è piaciuto però più di tutto, lasciatemelo dire, è Balic. Lo ammetto, da sempre ho un debole per questo giovane dai capelli alla Pirlo. Ieri, dopo un primo tempo timido, finalmente l'ho visto prendere in mano la squadra e dettare il gioco in mezzo al campo. Aperture le sue che non si vedevano da un po', finalmente la nostra manovra può passare da due piedi buoni e non da quelli di Danilo. Ora Oddo dovrà continuare a dare fiducia a questo giovane regista, cercando però di velocizzarlo un pochino. Se cambia marcia allora sì che possiamo parlare di un grande giocatore. 

E Scuffet? Peccato davvero per Simo che, nonostante le malelingue, il rigore lo aveva parato. Peccato per quel ginocchio traditore che ha rimesso la palla tra i piedi di Jorginho perché mi sarebbe davvero piaciuto rivedere il nostro giovane friulano esultare sotto la Nord. Anche a lui gli si dia ancora fiducia, risbatterlo in panchina non sarebbe affato una grande idea.

La nota stonata di una domenica che poteva essere ancor più lieta è stato l'attacco. Ieri ci siamo resi conto di quanto a questa Udinese serva una punta vera, una punta che sappia buttarla dentro. Lo avranno capito anche i Pozzo? Ce lo dirà il prossimo mercato. Qualcosa andrà fatto perché, persi i gol di Thereau e Zapata, al bilancio è rimasto un buco. Un vuoto che Lasagna, Perica, Maxi e Bajic non so se riusciranno a colmare. 

Ora testa al Perugia prima e al Crotone poi. Due sfide da vincere a tutti i costi, senza se e senza ma. Perché ora il bicchiere è mezzo pieno e non deve tornare ad essere ancora una volta mezzo vuoto.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 27 novembre 2017 alle 18:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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