Può una sconfitta essere ricordata con orgoglio a distanza di anni? Certo, a condizione che essa contenga un sogno e sia intrinseca di pathos, di emozioni e sentimenti. Udinese-Ajax, sedicesimo di finale di Coppa UEFA del 4 novembre 1997, è un esempio concreto. C’era un 1-0 da ribaltare per la squadra di Zaccheroni. Inoltre, la formazione avversaria non era certamente una neofita dei salotti buoni europei come la piccola banda friulana. L’Ajax era pur sempre stata la regina d’Europa tre stagioni prima e nei due anni seguenti aveva raggiunto una finale ed una semifinale in Champions League. Non proprio risultati modesti. Insomma, la Cenerentola Udinese si trovava al cospetto di uno dei colossi del continente.

Eppure, quella sera, il Friuli ha sperimentato qualcosa di drammaticamente unico, nel bene e nel male. È stato un climax ascendente di ottimismo e speranza nei primi minuti, coronati dal gol di Poggi, propiziato da un disimpegno errato di Oliseh. Ecco, in quel momento, il sogno di una qualificazione storica ed insperata alla vigilia è diventato più concreto che mai, quasi tangibile. È bastato attendere sette minuti per vedere Bierhoff chiudere una splendida combinazione con Helveg e Poggi ed entrare definitivamente nella dimensione dell’impresa epica. Tutto il popolo bianconero si è unito idealmente ai propri beniamini sul terreno di gioco. Ha esultato ai gol ed ha sostenuto i suoi ragazzi per l’ora rimanente. Ha imprecato di fronte alle parate di un sontuoso Van der Sar, determinato e determinante nel non trasformare lo svantaggio in una disfatta. Per cinquanta minuti, lo stadio Friuli ha vissuto in un’atmosfera surreale, divisa tra la smania per un terzo gol, che non arrivava e non sarebbe arrivato, e la paura di incassare la rete mortifera, in quanto realizzata in trasferta dagli olandesi. Uno stallo incredibile nella sua drammaticità. E, ancora più crudelmente, il tempo, da lentissimo e pesante nel suo incedere, ha iniziato a scorrere rapido ed inesorabile quando Arveladze ha trovato l’angolino basso con una conclusione potente e precisa. Ecco, lo sguardo disperato del portiere Turci, sconsolato mentre raccoglieva in fondo alla rete il pallone, racchiudeva lo stato d’animo in cui era piombato il popolo bianconero. Dalla grande illusione all’immensa delusione. Tutto nella stessa sera, tutto seguendo il cinico e maledetto copione assegnato dalla sorte. Udinese-Ajax è stato un film bellissimo, ma privo del lieto fine. Quella qualificazione tanto meritata quanto agognata ad un certo punto non è arrivata. Tuttavia, resterà sempre impressa nella memoria il sentimento di appartenenza presente negli appassionati, l’ideale abbraccio collettivo e la fremente attesa per un terzo gol o per un triplice fischio che avrebbe reso giustizia ai ragazzi di Zaccheroni. E 20 anni dopo, non ci stanchiamo ancora di ripensare a quella volta in cui l’Udinese ha quasi eliminato gli ex campioni d’Europa.

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 04 novembre 2017 alle 15:00
Autore: Federico Mariani
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