Udinese impegnata questa sera allo Stadium nell'ottavo di finale di Coppa Italia. Prima di parlare della gara in sé permettetemi un paio di considerazioni generali sullo svolgimento di questa competizione. Assurda, iniqua, insensata e potrei aggiungere molti altri aggettivi dispregiativi. Perché? La Coppa Italia è fatta per le grandi, per far sì che possano a fine anno sollevare un trofeo in più. Tutto ruota a loro vantaggio, orari, giorni, tabellone. Senso della competizione e della sportività pari a zero, le big giocano praticamente tutte in casa fino a quando, in semifinale si incrociano tra di loro. Normale allora che in fondo, ormai da più di una decade, ci arrivino praticamente sempre quelle squadre, la Juve, la Lazio, a turno una milanese, il Napoli. Le provinciali, già martoriate dalla disparità di fatturato, possono solo far da comparse, vedasi ieri il Cagliari a Milan, il Perugia a Napoli alle 15 di martedì. Tutto ciò in nome della vendibilità del prodotto calcio. Ve la immaginate in Arabia Saudita o in Qatar una finale di Supercoppa tra Juve e Pergolettese? Figuriamoci, chi paga 7 milioni per una partita vuole vedere il Milan, l'Inter, al massimo le romane e basta. E allora, la Coppa Italia, diventa niente di più che la competizione della farsa, una partita in più utile per far fare una sgambata alle seconde linee. Sarebbe bello, ma in Italia non verrà mai fatto, che la Tim Cup, così dal nome del suo sponsor, prendesse esempio dalla nobile FA Cup inglese, competizione nella quale tutte le squadre, anche quelle delle serie più basse hanno un'occasione. In Inghilterra non ci sono turni pilotati, non ci sono tabelloni già aggiustati con le teste di serie, tutti contro tutti fin dai primi turni. E' questa la bellezza della competizione, la possibilità che anche una piccola possa sfidare in casa propria i campioni del Liverpool. 

Bene. Passiamo alla partita. Che dire, al 99% la Juve è imbattibile. Le sue seconde linee potrebbe arrivare terze, quarte in classifica, se poi Sarri schiera l'11 titolare o quasi il rischio di far la figura del Cagliari a San Siro, cioè di vittima sacrificale, è dietro l'angolo. Gotti darà fiducia a chi gioca meno, ce la faranno a tenere testa a quella che è a tutti gli effetti un'armata? Da tifoso lo spero, da commentatore nutro grandi dubbi. 

Risultato già scontato? No, perché nel calcio tutte le partite partano dallo 0 a 0 ma davvero questa sera servirà un'impresa. Un moto d'orgoglio di Barak e Teodorczyk, un Opoku che si divora Ronaldo, un Jajalo alla Pirlo, solo così si può passare il turno. Il vantaggio di partite di questo tipo è che le motivazioni arrivano da sé. Chi non ha fame oggi, chi non mangia l'erba contro gli juventini allora cambi sport. Mangiare l'erba, provarci in tutti i modi e poi vada come vada. Quanto mi piacerebbe rovinare i piani della Lega e delle metropolitane, quanto mi piacerebbe vedere la provincia del calcio prendersi la scena. Godrei, come dice l'amico Lorenzo, come un riccio. 

L'augurio? Al di là del risultato mi auguro che, come accaduto contro il Bologna, la Coppa ci restituisca qualche giocatore finito un po' nel dimenticatoio. L'ultimo turno ci restituì un grande Fofana, chissà che la sfida di Torino ci porterà in dote un Barak d'altri tempi. 

Tentare non nuoce, soprattutto ora che la classifica in campionato è più tranquilla. Ah, dimenticavo, se si passa poi si troverà la Roma all'Olimpico, tanto per dire eh. A pensar male spesso ci si azzecca.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 15 gennaio 2020 alle 11:20
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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