Udinese, sempre a metà.

A Genova si interrompe la striscia negativa di sconfitte, e don Julio (almeno per il momento) salva la ghirba.

Sempre a metà: primo tempo censurabile dove rimaniamo basiti di fronte ad un Genoa tutt’altro che irresistibile, il quale segna solo grazie ad una nefandezza del debuttante portiere gaucho: egli pensa ‘ci arrivo… ci arrivo… non ci arrivo’, poi abbatte Lazovic ed il rigore è evidente.

Nella ripresa invece si sfrutta la remissività di a che gioca malino e basa tutte le proprie chances sulla vena del polacco col nove oggi tenuto a bada senza problemi dalla difesa udinese. A questa rendo merito per non avergli fatto vedere biglia, meno per l’1-2 subìto da calcio d’angolo nell’unica occasione avversaria della ripresa (non che nel primo tempo, a parte un errore di Lazovic sottoporta, i domestici avessero cinto d’assedio la porta friulana)

È un secondo tempo di cuore e maggiore qualità (ci voleva veramente il minimo sindacale), che merita ai bianchineri quantomeno il pari; sempre a metà, però, perché in superiorità numerica (fuori il giovane Romèro) addormentano la gara e pungono pochino.

Quindi? Punto guadagnato o due punti perduti? Boh. Mezz’e mezzo.

Secondo me molto ha potuto la paura: di perdere, di prendere un contropiede a quel punto esiziale; di rimanere, come successo tante volte la scorsa stagione, al palo di una striscia di gare perdute molte delle quali dopo aver gettato, per incapacità ma soprattutto per disattenzione, pareggi alle ortiche. La rete di Marco Davide crotonese ne sia esempio, nella domenica che mi vide, personalmente, retrocedere.

Ci sono cose che capisco, altre che capisco meno.

Comprendo poco si sia scelto di difendere in tre, anziché continuare col 4-1-4-1 che poi malaccio non era (pretendere il 4-4-2 è forse eccessivo…); non capisco la struttura delle marcature dall’angolo, quando Fofana (ma non solo lui) si fa prendere alla schiena da Romero, concedendo l’ennesima rete da palla ferma degli ultimi cinque anni (forse di più) vissuti in bianconero. Ho un pensiero tinto in testa, me lo tengo perché non fa nulla. Ma tinto, cioè non piacevole, resta.

Comprendo poco perché si sia avvicendato il guardiano di porta, sacrificando l’onesto Simone per far posto al gaucho di cui sopra: leggo che già sul ragazzo argentino piovono critiche dai commentatori, gli stessi che urlano da tempo ‘giù le mani da Scuffet’. Siete bravi, voi: uno sguardo e capite chi è campione e chi una sega. Per me, invece, detto che non condivido la scelta (al netto dell’errore capitale) è sbagliato urlare che con Musso in porta si sarebbe al livello del Chievo. È stato o no (giustamente!) difeso Scuffet dopo gli sbagli commessi? Adesso io difendo Juàn, che su due tiri da fuori si è bravamente disimpegnato. Cerchiamo di essere onesti con noi stessi.

Comprendo poco il fatto che si cambi Pussetto con Balic, invece di buttarla sul tuttocuore con due punte vere, per vedere questo Vizeu, assieme a Lasagna (che troppo spesso lì davanti predica nel deserto), l’effetto che fa. In fondo loro avevano perso uno dei centrali, forse il più positivo. Almeno lasciamo l’esterno argentino lì davanti, dove aveva fatto benissimo permettendo a kevin di disimpegnarsi bene.

Invece giochiamo a tenerla, come detto prima: principalmente per sigillare la porta. No, caro don Julio, non è questo che mi aveva fatto spendere parole di miele per te dopo la sconfitta col Benevento. Lì, per un tempo, si era visto un calcio che ti appartiene; oggi no, continuiamo col ‘primo non prenderle’. Lo so, caro Giulio: sei appena atterrato sul pianeta Udinese, ma certe volte chissene del risultato, diamo un bel gioco alla squadra!

Punti persi o punto guadagnato? ‘mezz’e mezzo’: sono gare che si possono leggere col massimo dell’ottimismo e del pessimismo avendo sempre una parte di ragione. Qui cerchiamo di vederla a nostra maniera, senza farci prendere da antipatie o simpatie. Chi parla di asservimento o ‘inversione a U’ prenda appuntamento con chi vi sta scrivendo, che gli narrerà una bella storia.

Secondo me esemplificativo della gara è stato proprio il primo tempo, in cui l’Udinese stava bella bassa sotto la palla… Ed il Genoa idem! Due squadre a volte speculari, anche nei cambi; sparagnino anziché no pure Juric, che anche prima dell’inferiorità aveva abbassato ulteriormente i suoi, i quali nella ripresa avranno messo il naso nella metà campo bianconera cinque o sei volte.

Fra i nostri DePaul mette un assist ed una rete da antologia, segno che la qualità che gli riconosciamo è chiara e lampante. A centrocampo Behrami fa quel che può, randellando il giusto ma consentendo veramente poco al Genoa; Barak buono, Fofana arruffone. Il trait-d’union che lega i mediocampisti friulani, però, è l’incapacità di giocare la palla in uno o due tempi di gioco, perdendo spesso l’occasione per mettere l’uomo in profondità, in una difesa genoana tutt’altro che imperforabile. E Andrija? Bello il filtrante per Mandragora, che pare non riuscire a mettere dentro un tiro decente nemmeno a pregarlo in sanscrito.

Lasagna? Già detto, lo ripeto: far reparto da solo gli pesa, ma segna una rete da centravanti vero e spesso i suoi movimenti alto-basso non sono letti da compagni assorti. Dovremmo chiedergli di cambiare modo di giocare? Non credo, forse schierargli una punta centrale vera al fianco lo renderebbe ancora più decisivo.

E qui esce prepotente il vulnus, amici miei biacca e carbone. Fuori Teo, chi resta? Un brasiliano piuttosto strombazzato, visto quasi mai che evidentemente non gode della stima incondizionata del salmantino. Basta.

È qui che metto il dito, purtroppo: l’anno passato arrivò Maxi, all’ultimissimo respiro; quest’anno Ɫukasz. A proposito: stante il fatto che un’ernia è inconveniente che non passa inosservato (ringrazio il prestigioso clinico che ieri mi diceva ‘in fondo basta chieder un colpo di tosse e lo si becca subito’) e forse limitava il ragazzo di Žuromin già dall’inizio, era così difficile firmare un attaccante di lungo corso, di quelli che prendono il giusto in termini di ingaggio, non strillano chiedendo spazio e quando entrano, da vecchi uccelli di gabbia sanno dove mettersi e metterla?

Dico questo perché se Vizeu non viene schierato con continuità, quantomeno in situazioni di vantaggio, allora forse il ragazzo carioca ancora non è pronto ad affrontare un campionato fisico e tattico come il nostro.

Spero di sbagliarmi; spero sia proprio Felipetto a realizzare la doppietta che stenderà il Milan.

Perché purtroppo faccio fatica a scagliarmi anima e corpo contro i colori che meno mi sono indifferenti. Sentimento, l’indifferenza, che riservo invece alla gente di passaggio che casualmente incrocia il nostro cammino. No, non è disistima: è indifferenza. La mia: non quella dei fratelli Ardengo, di moraviana penna. È sentimento di conservazione da troppi anni di spettacoli modesti.

Senza rancori. Con indifferenza, a questo punto spero non reciproca.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 29 ottobre 2018 alle 22:15
Autore: Franco Canciani
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