L'Udinese, tanto per cambiare, perde ancora, perde anche lo scontro diretto contro l'Empoli e si appresta a licenziare l'ottavo allenatore nel giro di cinque anni scarsi, trovando in Velazquez l'ennesimo capro espiatorio di turno, ma questa volta è ora di dire basta.

Noi tifosi e commentatori di questa Udinese non siamo fessi, troppe volte siamo stati presi in giro, ma questa volta no, questa volta non crederemo più alla favoletta sulle colpe dell'allenatore, sullo staff tecnico, E' ora che chi di dovere si inizi a prendere le proprie responsabilità e a chiedere scusa ad un popolo che dopo cinque anni di disastri e figuracce ha il diritto di vedere giocare a calcio con i fatti e non con le parole, perché di parole se ne sono dette fin troppe, spesso anche a vanvera. 

E allora ritengo quasi doveroso porgere delle scuse ad una persona leale, onesta e ad un gran lavoratore, che tra tutti i suoi difetti, tra tutti gli errori oggettivamente commessi, ci ha sempre messo la faccia, ha sempre difeso giocatori ormai arrivati al limite e ha cercato in tutti i modi di salvare la baracca con cambi di modulo, di uomini, di atteggiamento, ma evidentemente le colpe principali sono di altri. Di chi va in campo e di chi siede in tribuna, l'allenatore è solo l'ultimo colpevole di un sistema che ormai non funziona più da anni. 

Che colpe può avere il povero Velazquez se mette la squadra in condizione di creare 15 occasioni da gol, ma nessuno riesce a buttarla dentro, che colpe può avere se un pareggio importante contro il Milan viene buttato via da una sciocchezza individuale, che colpe ha se si trova a giocare con un centravanti che tale non è, e che l'unica punta acquistata è stata presa infortunata. Serve continuare? Io credo che non serva.

Ormai siamo in attesa del nuovo allenatore, ovvero della prossima brava persona che verrà messa alla gogna non appena le cose andranno male. Intanto altro non si può fare che chiedere scusa a Julio Velazquez, che di certo non sarà Guardiola e magari mai lo sarà neanche lontanamente, ma almeno lui le responsabilità se le prende, altri, da ben 5 anni, no, continuando a delegare le colpe ad altri, perché così è più facile. 

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 12 novembre 2018 alle 16:00
Autore: Stefano Fabbro
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