La piuttosto sconfortante prestazione fornita dall’Udinese in quel di Roma, nella bolgia dello Stadio “Olimpico” non può fare altro che farci balenare in mente un pensiero piuttosto invasivo, allorquando è ormai andata la sesta giornata di campionato. Questa Udinese ha collezionato soltanto una vittoria e per il resto ha raccolto soltanto prestazioni parziali. Dunque, siccome sei giornate della Serie A corrispondono a praticamente un sesto dell’intero campionato forse è proprio il caso di farsi i conti in tasca, stabilire che si è raccolto veramente poco e aggiungere l’analisi di qualche altro parametro. Diremo quindi che la capacità di corsa delle zebrette è davvero inferiore anche se di non molto rispetto a quella delle altre parigrado impegnate nel massimo torneo, che il livello di consolidamento dell’intesa intestina ai singoli reparti è pressoché insufficiente anch’essa, che le sintonie tra i vari reparti hanno bisogno di una netta revisione. Per quanto attiene all’atteggiamento in campo delle zebrette c’è da dire che qui siamo messi anche peggio. Regna una certa approssimazione specifica, non c’è per nulla l’entusiasmo che dovrebbe governare una squadra dalle certe possibilità e dalle buone speranze di risultato come l’Udinese e quindi si torna al discorso esteso diverse volte in questi giorni dalla stampa specializzata, o quantomeno da quella che non pone filtri al proprio discorrere specifico. Coloro i quali informano con il gusto della piena e poco imbrigliata obiettività hanno sottolineato più volte che a Udine a più livelli l’unica a vincere è la svogliatezza, quando si parla del calcio che conta di questi tempi. E noi ce la sentiamo proprio di conformarci più o meno a questa corrente di pensiero, perché sembra proprio che il virtuale filo di Arianna che governava negli anni l’attività di gestione della squadra nella gestione Pozzo si sia smarrito con evidenza, anche se speriamo non in via definitiva. Ora però c’è da recuperare il ramo principale della gestione, o quantomeno quello che attiene al risultato agonistico. E siccome la benzina morale in corpo alla squadra sembra andare verso l’esaurimento bisogna trovare chi sia in grado di rifare il pieno di motivazioni a questa squadra. Perché se si va avanti con la medesima gestione tecnica e la nebulosità sul piano ideologico denotata sinora, andando avanti a questo ritmo in campionato si rischia di finire dritti in Serie B, in barba ad ogni progetto preliminare di miglioramento del rendimento.

Quindi ora sembra quasi inutile trascinarsi innanzi alla disperata con queste premesse. Tutto dice che se non si vince sabato prossimo a Udine contro la Samp bisogna cambiare strada, ingaggiando chi dimostra di avere le credenziali per impartire una inversione di rotta totale sul piano motivazionale e della resa a questa squadra. Ora è il caso di incominciare a preoccuparsi, e bisogna farlo nel concreto e subito. Non si può perdere altro tempo… Tutto ha un fine anche se dispiace molto di dover abbandonare un solco tracciato con un progetto che di friulano ha, o oramai quasi si potrebbe dire aveva, anche l’allenatore. Ma se i bei sogni diventano quasi l’incubo capace di condizionare in misura tale l’intero destino di un progetto articolato, è proprio il caso di svegliarsi in maniera concreta affinché il sogno possa continuare con energie che non sono minimamente quelle connotate sinora dall’Udinese. Ci dispiace immensamente dirlo quindi, ma ora bisogna azionare con decisione gli scambi e dirottare il treno su ben altri binari. Quelli dell’entusiasmo e della chiarezza di idee. Si cambi timoniere alla nave, quindi. Ben presto. Al fine di scongiurare un naufragio che da queste parti nessuna delle parti in causa vorrebbe. Ne tantomeno giustificherebbe...

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 27 settembre 2017 alle 17:00
Autore: Valentino Deotti
vedi letture
Print