È arrivata una sconfitta nella seconda uscita amichevole dell'Udinese. Quello che però più preoccupa, aldilà del risultato che nel calcio d'estate poco conta, è la continua mancanza di idee e di gioco in una squadra che, soprattutto nei secondi 45 minuti, non ha mai calciato in porta. Totò Di Natale a parte, non si è vista nessuna fantasia. Solo qualche colpo del capitano nel primo tempo ha movimentato la gara, troppo poco però per chi ambisce a qualcosa d'importante. Nei secondi 45 minuti poi non si è visto nemmeno un tiro in porta con gli abulici Aguirre e Perica. Certo, l'Udinese ha ancora le gambe bloccate dalla faticosa preparazione che sta mettendo in atto il nuovo staff tecnico. Anche sotto la gestione Colantuono però, almeno per il momento, non si intravedono all'orizzonte idee nuove e un gioco corale, lasciando la soluzione finale sempre in mano ai singoli, spesso a Di Natale che però non può tirare fuori ogni partita un miracolo. L'Udinese nelle creazione della manovra è come un treno, continua dritta sul suo binario senza alcuna variazione. Troppo lineare, troppo prevedibile e quindi mai pericolosa. La cabina di regia poi continua ad essere in mano di Guilherme che, sombrero a parte, a fatto vedere praticamente ben poco anche sul campo di Lienz. Certe sventagliate nel vuoto, spesso a caso, non possono creare chissà che grattacapi alle difese avversarie.

Anche Bruno Fernandes, sceso al suo fianco, sembra adeguarsi al gioco dettato dal brasiliano. Con la partenza di Allan, unico centrocampista in grado di inserirsi in avanti nella rosa dell'Udinese, servirebbero come l'ossigeno rinforzi in mediana, magari quel tanto agognato regista che si chiede ai Pozzo da anni. Per ora il mercato tace. È arrivato Ali Adnan, un buon giocatore che ha tanta voglia di mettersi in mostra ma che non è quel Garreth Bale che Giaretta & co. avevano raccontato. Domani arriverà Zapata, un panterone d'area di rigore che sarà sicuramente utile alla coppia Di Natale-Thereau.
Per ambire a qualcosa di importante serve qualcosa di nuovo che adesso non c'è. Quel giocatore in grado di creare scompiglio tra le linee, veloce, che sappia saltare l'uomo dando quella superiorità numerica in attacco e quell'imprevedibilità che ora manca. Il mercato è lungo, serve fede.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 19 luglio 2015 alle 12:30
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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