120 anni di Udinese, 120 anni di passione. Furono dei ragazzini ginnasti di sedici, diciassette anni, capita­nati dal loro insegnante, Antonio Dal Dan ad iscriversi al "Primo campionato nazionale de giochi", che tra le varie discipline comprendeva anche il calcio, e a dar vita a questa lunga storia d'amore.

Perchè tifare Udinese vuol dire amare. Perchè questa squadra è qualcosa di più. Legame di sangue al di là della serie, al di là del risultato, perché si tifava e tanto anche ai tempi della C e della B. Perché non c'è stata sempre l'Europa o lo stadio nuovo. Si giocava al Moretti e capitava che gli avversari non fossero blasonati. E' partita dal basso la nostra Udinese ma non è mai stata sola. Al di là quindi di vincere o perdere. Al di là della grandezza a cui poi negli anni è arrivata ed al di là dell’illustre recente passato di quando Sanchez e Di Natale ci portavano nell'Olimpo del calcio mondiale.

Esiste solo quella bandiera, quella bianconera perchè là dentro ci si trova la voglia di riscattarsi e di essere innamorati di questa terra, il Friuli, entrata nel sangue. Ecco l'Udinese non è solo calcio, è valori e rappresenta il Friuli.  E questo principio va al di là di ogni stupida idea di grandezza, il principio più nobile di tutti. E' la squadra di noi friulani, popolo onesto e lavoratore. Ed è bello provare tutto questo, sentirsi parte di un qualcosa.

Fin da quando sono bambino tifo per la mia Udinese, non per il Milan o la Juve. L'idea di grandezza, di vittorie, di gloria non mi interessano. Non ho mai voluto appartenere ad un qualcosa che non mi riguarda, anche se mi rende in qualche modo vincente. Non sventolerei mai una bandiera di una città con cui non hanno nessun legame. E a chi mi dice “noi vinciamo”. Ma noi chi? Tu e chi? Chi storicamente voleva la tua pelle e che giornalmente ti sfotte dicendoti che sei la rovina del ranking o la feccia della Serie A? Tu e quella bandiera di una città che non ti ha mai conosciuto? Sono nato qua e l'Udinese è il mio sangue che mi scorre nelle vene. 

E non frega niente se i Pozzo non mi compreranno i giocatori, se mi venderanno la squadra alla Red Bull e se Adnan non ne azzecca una. Perché l'amore è per la maglia, per il simbolo che è qualcosa di superiore. Tutto il resto va e viene, quello che resta siamo noi, i tifosi, e la nostra Udinese. La nostra identità e la nostra unione non ce la toglierà mai nessuno. 

Ci sta di arrabbiarsi, di litigare e di sentirsi traditi. Fa parte del sentimento anche questo. Ma quello che è certo è che L'UDINESE, per questi e per altri 120 anni, E' E RESTERA' IL MIO UNICO GRANDE AMORE.

 

 

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 09 settembre 2016 alle 08:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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