Alcune parole sanno diventare brivido, le senti addosso come se ti toccassero nel profondo, dove nessuno era mai arrivato. Una di queste per noi tifosi friulani è Europa. Solo a sentirla nominare riafforano in tutti noi i ricordi di quelle notti epiche a tinte bianconere, quando l'Udinese conquistava Leverkusen e Dortmund, quando se la giocava con Ajax e Barcellona, quando distruggeva il Tottenham di Bale e Modric, quando espugnava Anfield Road. Brividi veri. Emozioni uniche ed indelebili. 

Sembrano passati secoli. Da quattro anni l'Udinese galleggia sul fondo della classifica, salvandosi più per demeriti altrui che per meriti propri. Parlare oggi di nuovo di Europa quindi pare essere un'utopia. Troppo brutta la nostra squadra in questo avvio di campionato anche per poter solo pensare ad un traguardo del genere. Troppe figuracce, troppe prestazioni imbarazzanti. Quel sogno ormai pare essere svanito. 

Eppure qualcuno non ha smesso di crederci. Chi? Il Paròn Pozzo. Sì proprio lui, quel vecchio condottiero che ha fatto dell'Udinese una squadra modello invidiata da tutti. L'Europa, l'ultimo sogno prima di chiudere una volta per tutte con la sua creatura. Perché andare in pensione da vincente sarebbe ben diverso dal farlo tra i fischi del pubblico. 

Mi viene spontaneo chiedere che ne pensa di questo sogno suo figlio Gino. Da quando è toccato a lui prendere il timone al posto del padre l'Udinese ha visto un'involuzione costante che l'ha portata ad aver paura della B, a mettersi sullo stesso piano di squadre, con tutto il rispetto parlando inferiori per storia ed organizzazione, come Crotone e Benevento. Che ne pensa Gino? Davvero possiamo tornare a calcare certi palcoscenici? Questo è anche un suo obiettivo o l'Europa è diventato solo un affare inglese? Ce lo dica sinceramente.

Perché noi tifosi avremo sì bisogno di sognare ma anche di sapere la verità, di sapere qual è il vero progetto. Dire una cosa e farne poi un'altra sa di presa in giro, cosa che i friulani, da sempre onesti e pazienti, non meritano. 

Personalmente credo che la nostra squadra, che può contare su uno stadio splendido e su dei tifosi unici, meriti qualcosa in più di quanto visto in questi ultimi tempi. L'Europa? Quello sarebbe il massimo e sono consapevole che non è sempre possibile raggiungerla per una città delle nostre dimensioni. Lottare per provarci però sì, lo possiamo fare ma solo se la società ci crede, se si torna a programmare come si sapeva fare un tempo. 

Per una volta voglio essere ottimista, voglio credere in un nuovo inizio. Caro Paròn e caro Gino ecco la mia fiducia, ora mantenete la parola data.

 

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 12 dicembre 2017 alle 18:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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