Tutto si può dire, meno che Udinese-Genoa sia stata una bella partita e che il pareggio ha accontentato tutti. Ha meritato di più il Grifone, infatti, che ha letteralmente dominato per 80 minuti.

Parte male l’Udinese, che nell’arco di tutto il primo tempo si fa sopraffare dagli ospiti. I bianconeri non pressano mai, non concludono mai una serie di passaggi più lunga di due tocchi, non attaccano, non tirano. Le statistiche dopo 45 minuti parlano chiaro: 65% di possesso per il Genoa, 6 tiri di cui due in porta (contro i 0 su 2 totali dei bianconeri, concessi dalle statistiche più per grazia che per merito). Poco, troppo poco. Inutile dire che chiunque al Friuli, il nuovo Friuli, quello che dovrebbe essere un fortino, si aspetta di più. E invece la squadra fa vedere poche cose. Anzi, sarebbe meglio dire che non fa vedere proprio niente. 

Per 45 minuti il Genoa fa un po’ quello che gli pare, giocando quasi esclusivamente in attacco impedendo all’Udinese di passare la propria metà campo. Alla squadra di Gasperini, dopo tutto, manca solo l’ultimo passaggio per arrivare in porta.

Inizia il secondo tempo e la musica leggermente cambia. Ma è un illusione. Questa volta sono i friulani a partire forte, che dopo pochi minuti trovano il gol del vantaggio con il capitano Totò Di Natale. Da questo momento in poi, i bianconeri spariscono di nuovo. La squadra torna sulla difensiva e più volte concede delle occasioni pericolose ai rossoblu che alla fine riescono a conquistarsi un rigore (evitabile) a metà secondo tempo. Dopo il pareggio di Perotti l’Udinese continua a difendersi, fino a 5’ dal termine quando nel giro di un paio di azioni riesce ad avere due ottime occasioni, in una delle quali il pallone si stampa sulla traversa. Un punto a testa e tutti a casa.

Come si diceva, c’è poco però da essere contenti. Il punto (il primo nel nuovo stadio) è arrivato, ma non grazie al gioco. Quello che manca da inizio stagione a questa squadra sono le prestazioni, eccezion fatta per la gara contro il Palermo. Inutile sottolineare come ci si ostini a giocare sempre nello stesso modo, ovvero con il 3-5-2, nonostante quando un cambiamento è stato dettato da delle necessità il livello delle prestazioni è salito. Ieri, ad esempio, un 4-3-1-2 non sarebbe stata, probabilmente, una cattiva idea. Ma questo modulo, ormai si è capito, sarà una costante da qua a fine stagione.

Una costante, probabilmente, sarà anche questo tipo di partite: l’Udinese è una squadra che si difende, e riparte. O almeno ci prova, dato che finora non ci è ancora riuscita. L’Udinese è una squadra ormai dalla mentalità difensiva e una prova è la sostituzione effettuata al minuto 85: l’ingresso di Iturra, infatti, ha spiazzato un po’ tutti, dato che sull’1-1 era pi lecito aspettarsi un innesto offensivo piuttosto che uno difensivo. 

Quanto visto finora, in ogni caso, è davvero troppo poco. Soprattutto quanto visto in casa. Adesso bisognerà assolutamente approfittare della sosta, anche se gli impegni dei molteplici giocatori convocati nelle rispettive nazionali non facilita le cose. In ogni caso in questo periodo ci sarà da lavorare. Lavorare molto.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 05 ottobre 2015 alle 08:00
Autore: Davide Gani
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