Mancano solo due giorni al termine del mercato e l’Udinese si è riattivata sul mercato. La rosa fornita a Delneri infatti è numericamente al completo, ma ci sono troppi elementi fuori forma o ancora fuori dagli schemi del mister per far sì che si riesca a mettere in campo un undici efficiente. La dimostrazione dopo solo due giornate di campionato, dove i friulani hanno messo in campo il peggio di sé. Furibondi i tifosi, furibondo Delneri e furibonda la società, che stavolta non farà saltare l’allenatore per giustificare una situazione catastrofica. Il tecnico infatti ha dimostrato ampiamente l’anno scorso di poter far bene qui ad Udine, la sua terra, e avrà sicuramente qualche colpa, ma non è di certo il principale artefice del disastro. Contro la SPAL poteva sì provare altri elementi, ma di certo non avremmo rivisto l’Udinese che affrontò l’Inter o la Roma a gennaio. Qualcosa qui non funziona. Di certo a livello di preparazione c’è un problema, visto che è già il quarto anno che la squadra parte con un gap di forma fisica rispetto alle altre. Analizzeremo la situazione staff e le bordate di Collavino (passate per ora stranamente in silenzio) in separata sede. Qui ci occuperemo di un altro problema, ovvero l’attacco.

Nelle prime tre partite ufficiali Delneri infatti si è presentato con il tandem d’attacco Thereau-Lasagna. Due mezzepunte che messe insieme ne hanno fatto a fatica una. Il francese ha confermato come al solito di essere lui quello col vizio del gol. L’ex Carpi non si è dimostrato invece freddo sottoporta come ci si sarebbe potuti aspettare e inoltre è sembrato svagato nella posizione in cui è stato messo dal tecnico. Dopo la partenza di Duvàn Zapata si è cercato per diversi mesi Pavoletti. L’ attaccante del Napoli però è parso fare il prezioso, rifiutando tantissime destinazioni, Udine compresa. Pozzo gli offriva un contratto sotto il milione e che avrebbe superato quella cifra solo con l’aiuto del Napoli, inoltre l’accordo sarebbe stato fattibile solo nel caso in cui De Laurentiis avesse accettato solo un prestito con diritto di riscatto a 12 milioni. Tante condizioni dunque di insicurezza, soprattutto per l’ex Genoa, che ha sistematicamente rifiutato questa possibilità, rischiando di farsi mesi di tribuna al San Paolo. Pericolo scongiurato dall’arrivo del Cagliari che, perso Borriello, ha trovato il denaro necessario per fare un’offerta da 10 milioni più bonus sull’unghia al Napoli, assicurando al ragazzo un ingaggio da un milione. Stipendio dunque dimezzato, ma sicuro. Verrebbe da chiedersi se l’Udinese non avrebbe potuto fare uno sforzo per assicurare al ragazzo quella cifra, ma poi forse sarebbero mancati i soldi da dare ai partenopei. Non bisogna dimenticare infatti una cosa fondamentale. Giulini, presidente del Cagliari, ha comunque alle spalle un’impresa, Pozzo non ha quasi più nulla a parte il calcio. I friulani quindi devono autofinanziarsi e la storia della società ricca che ha poca voglia di investire grosse cifre regge, ma fino a un certo punto. Negli ultimi due anni infatti non sono state fatte plusvalenze significative, come giustamente ricordato ai nostri microfoni da mister Giacomini. In due stagioni infatti gli incassi delle cessioni ammontano a 40 milioni (mettendo insieme tante uscite, ovvero Zielinski, Bruno Fernandes, Nico Lopez, Guilherme, etc…). Se calcoliamo che ai tempi della cessione di Isla e Asamoah incassammo quasi 40 milioni in un colpo solo, allora si può capire come finanziariamente forse l’Udinese non se la passi in realtà benissimo ed ecco quindi che offrire una doppia cifra per Pavoletti diventa veramente arduo.

Da qui il ripiegamento su Bajic, l’oggetto misterioso e tanto chiaccherato nei corridoi del Friuli. La cifra è da Udinese, visto che sono stati spesi ufficialmente 5,5 milioni di euro. Quest’anno i bianconeri ne hanno incassati 15 e spesi 19. Quindi la cifra spesa per il bosniaco è stato il massimo sborsabile da Pozzo. Resta il fatto che l’ex Konyaspor la preparazione in Turchia non l’ha fatta e ora è esattamente come un giocatore che sta recuperando da un infortunio. La cosa si vede e anche Delneri ne è consapevole, visto che gli sta facendo fare le amichevoli infrasettimanali e gli ha fatto fare solo uno spezzone col Frosinone. La qualità il ragazzo sembra averla, ma riuscirà ad entrare in forma in tempo utile per evitare di dover risollevare un’Udinese nel baratro? Più di qualcuno sembra dubitarne e anche in seno alla squadra c’è chi lo dubita. Ecco dunque che è partita una caccia disperata ad un’altra prima punta da dare a Delneri, per tamponare almeno temporaneamente la situazione e poi aggiornarsi a gennaio, quando probabilmente sarà più chiaro il ruolo di giocatori come Matos ed Ewandro e forse piazzarli in prestito sarà più semplice (anche se sembra assurdo che un giocatore di talento come l’ex San Paolo non abbia il minimo spazio). Cosa fare quindi a poche ore dalla fine del mercato e con il budget ormai ridotto al minimo?

Tre i nomi emersi nelle ultime ore, ovvero quelli di Okaka, Matri e Paloschi. Sembra da escludere l’arrivo dell’ex Cagliari, che probabilmente accetterebbe un ingaggio da Udinese, ma ha già l’accordo col Parma, anche se il Sassuolo prima di venderlo vorrebbe trovare un’altra punta e forse sfruttando questi tentennamenti Pozzo potrebbe provare l’inserimento. Diverso il discorso per l’ex Roma. Il gigante del Watford infatti con l’arrivo di Gray non ha più spazio, nonostante abbia segnato nella prima partita di Premier. Contattato dalla nostra redazione, il suo agente ha escluso un possibile ritorno in Italia del ragazzo, però le voci sono insistenti e visto che Hornets e friulani hanno la stessa proprietà, un colpo last minute non è impossibile. Ci affidiamo però alle parole del suo agente e diamo per ora la trattativa per inesistente. Nella serata di ieri è spuntato un nome un po’ a sorpresa, ovvero quello di Paloschi. La SPAL infatti ha un pacchetto di attaccanti reso invidiabile dall’arrivo last minute di Borriello. Con anche Bonazzoli, Antenucci e Floccari in rosa lo spazio per l’ex Chievo, a caccia del rilancio, potrebbe essere pochissimo. Ecco quindi che l’Udinese starebbe pensando di provare a portare a casa quell’attaccante che tanto piaceva a Guidolin (che se lo portò allo Swansea spendendo ben 10 milioni). Certo, sarebbe un giocatore da ritrovare, visto che è proprio dalla sua esperienza a Verona che in Italia non trova la via del gol. Quel che è certo è che i ferraresi non potrebbero chiedere cifre partircolarmente importanti per Paloschi e il ragazzo ad Udine avrebbe spazio, visto che una prima punta pronta manca, è oggettivo. Vedremo se sarà lui a risolvere il vuoto offensivo che si ritrova Delneri, dando così magari il tempo a Bajic di ambientarsi, prima di etichettarlo già come bidone.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 30 agosto 2017 alle 09:30
Autore: Davide Marchiol
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