In vista della gara di domenica prossima al Palamaggetti contro Roseto, abbiamo sentito il Cigno di Colloredo, al secolo Michele Antonutti, uno dei giocatori simbolo della rinnovata A.P.U. di coach Alessandro Ramagli.

Allora Miki, come state?

“Veniamo da una settimana di allenamento dura, dove abbiamo finalmente avuto modo di lavorare senza dover preparare partite infrasettimanali. La Supercoppa è una manifestazione affascinante ma toglie tempo al lavoro in palestra”.

Roseto è una squadra difficilmente inquadrabile…

“Vero: la struttura societaria in collaborazione con la Stella Azzurra di Roma rende il roster liquido. Non dobbiamo farci trarre in inganno dall’età verde di tanti giocatori: sono giovani di valore, giocano con tanta intensità con la supervisione di Simone Pierich, uomo esperto e giocatore che ogni allenatore vorrebbe avere”.

Il campo poi è storicamente caldissimo

“Sì: io ho avuto delle difficoltà in passato, ma nessun problema. Sono cose che scivolano via”.

Difficile fare previsioni

Abbiamo qualche acciaccato, ma alla fine giocheremo la nostra partita. Il gruppo sta crescendo bene, abbiamo bisogno di verificare in campionato, oltre la Supercoppa, il nostro livello.

Inizio subito difficile: Verona alla seconda di campionato

Sai già che Verona non molla, per intensità e qualità di gioco. Magari la partita arriva un po’ troppo presto nel campionato.

Alle 12. Come si prepara questo orario inusuale?

Complicazione in più: la settimana che precede la gara deve essere prodromica alla gara; dobbiamo modificare l’alimentazione, variare un bioritmo che prevederebbe per noi di essere al top sei ore più tardi. Ma il basket moderno è così. L’anno scorso a Treviso delle prime 15 gare ne ho giocate sei all’ora di pranzo.

Tornando brevemente alla Supercoppa, mi sembra che l’antica teoria del girone Est superiore all’Ovest si stia sfaldando

Prima di giocarci pensavo anch’io fosse il girone orientale quello forte. L’anno scorso però ho toccato con mano l’equilibrio, l’intensità di un campionato con tante squadre ‘vicine di casa’, tanti derby e tante gare punto a punto. E infatti al Palalido quest’anno del nostro girone c’eravamo solo noi…

Questa rinnovata formula di campionato?

Trovo controproducente cambiarla ogni anno come si sta facendo. Questo allontana gli appassionati dal basket: prova a chiedere all’intero Carnera quanti conoscono bene come funziona la stagione regolare, la fase ad orologio eccetera, e vedrai che pochi sono aggiornati. Ci sono meno squadre e forse si è pensato di giocare più gare in questa maniera, ma forse non si è azzeccata la formula giusta. Vedremo.

Campionato sempre e comunque difficile

L’A2 è diversissima dalla A1: non è affatto cosa certa che chi scende di categoria possa fare bello e cattivo tempo. Nella nostra lega c’è un sacco di intensità, di scontri fisici, magari meno tecnica dell’A1 ma nemmeno è sempre così. Pensa a Ciccio Pellegrino: per quel che sa fare sarà di sicuro più protagonista in massima serie che in quella inferiore. In generale un cestista che viene giù a giocarsi l’A2 deve capire in fretta come muoversi.

Gerald Beverly pare aver capito

Gerald è un ragazzo straordinario; fisicamente non si discute, lo stiamo aiutando per migliorare alcuni aspetti tecnici che ancora mostrano lacune. Se ci ascolta, e ti posso assicurare che lavora e si applica accettando i nostri consigli, diventerà un gran centro per la categoria.

Due parole sulla Nazionale

Ormai il gruppo può dare questo, mi sembra chiaro. Comunque non è vero che non ci siano giovani talenti. È vero invece che ci sono sempre meno occasioni per avvicinare i giovanissimi al nostro sport, ad iniziare dai programmi scolastici e soprattutto dagli impianti. Guarda l’esempio di Spagna e soprattutto Slovenia e capisci che tutto parte dal numero di campi dove i ragazzini possono giocare, e da una seria programmazione che permetta ai talenti veri di esprimersi. Torno alla Slovenia, ed hai visto i nostri avversari la settimana scorsa a Cividale: tutti gli sloveni giocano bene al basket. Poi qualcuno diventa più bravo, ma tecnicamente hanno la possibilità di crescere e migliorarsi.

Ultima domanda: quando una squadra italiana sarà di nuovo protagonista in Eurolega?

Difficile. Tutti parlano di Milano e dei soldi investiti, senza pensare che per vincere in Europa servono 50 milioni e Armani ne investe poco più della metà. Anche le squadre turche di vertice spendono più di 40 milioni e questo conta. Conta moltissimo. Buono per Milano aver preso Ettore Messina: ma la tifoseria deve essere cosciente che Ettore cresce gradualmente nel processo di conoscenza della squadra, e i mugugni dopo la sconfitta contro Brescia non ci stanno.

Grazie Michele. L’amore per il nostro sport fatta persona.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 03 ottobre 2019 alle 23:56
Autore: Franco Canciani
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