Finite le vacanze, si torna finalmente in campo. Primo giorno di lavoro per la nuova Udinese, può sembrare nulla di eccezionale ma per tutti noi, che vogliamo metterci definitivamente il passato alle spalle e riaprire un nuovo ciclo, è sicuramente una giornata importante. E' vero, quella che si ritrova oggi al Bruseschi è soltanto un'Udinese a metà. L'armata bianconera è ovviamente in fase di costruzione e questi primi giorni di lavoro saranno a ranghi ridotti - mancano i nazionali e parecchi dei convocati sembrano essere soltanto di passaggio - e con poche novità - qualche vecchia conoscenza di rientro con il solo volto nuovo di Jajalo. In ogni caso l'emozione è tanta, come quando si tornava a scuola alla fine dell'estate. Seppure la classe fosse la stessa, i compagni e i professori pure, iniziava un nuovo anno ricco di nuove storie, di gioie e anche di delusioni.

Affrontare l’inizio di una nuova stagione non può che caricarci di entusiasmo. Riazzerare tutto e ripartire, con nuovi obiettivi e qualche sogno nel cassetto, ma soprattutto con la voglia, dopo troppi campionati passati in sofferenza, di tornare finalmente a divertirsi. Nulla di più, non si chiede l'Europa, ci mancherebbe altro. Il tifoso friulano è intelligente, chiede solo impegno e amore per questi colori.

Certo, restiamo ben conosci degli errori del passato e vigili che non ricapitino mai più, ma oggi è necessario guardare avanti, all'Udinese che sarà e non a quella che è stata. Questo non vuole dire essere dei sotans, ma soltanto di voler iniziare con il sorriso. Il tempo delle critiche, se servirà, arriverà puntuale, come è sempre stato. Non ci siamo mai tirati indietro e chi ci legge lo sa. Ma oggi no, oggi è il momento di iniziare un nuovo percorso, di provare a remare tutti dalla stessa parte.

Ripartiamo, ancora una volta, dalla Serie A e già questo, per come si erano ad un certo punto messe le cose, non è cosa da poco. A capeggiare la brigata Pierpaolo Marino e Igor Tudor. Il direttore tecnico ha ridato speranza ad un ambiente che, per ovvi motivi, era depresso. Professionista stimato da tutti, dirigente serio e capace, a lui ci affidiamo convinti che possa dare quella svolta che è mancata. Che dire del mister, ha l'occasione per preparare al meglio la stagione, di lavorare fin dal principio con la squadra, di avere del tempo per trasmettere le sue idee ed il suo carattere. Ora tocca a lui dimostrare di essere qualcosa di più di un traghettatore, di un'ultima speranza a cui aggrapparsi quando la nave sta affondando. 

Di mezzo ci sarà il mercato e la nostra speranza che quei rinforzi - un attaccante, almeno due laterali e un centrocampista - indispensabili per puntellare una rosa ad oggi monca arrivino per davvero. Alla società allora il compito di non deludere anzitempo i tifosi, di non privarli dell'entusiasmo, di non togliere il sorriso dal volto di tutti noi. Il Paròn Pozzo ha garantito, quest'anno tutto sarà diverso, si potrà tornare a lottare per traguardi importanti. 

Buon inizio, allora, Udinese. Che questa sia per davvero la stagione della svolta.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 08 luglio 2019 alle 15:32
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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