Negli anni tra le finali di Messico '86 e USA '94, il Brasile poteva vantare un'abbondanza di talenti straordinari, come spesso avviene con la Seleção. Il fenomeno di quegli anni era Romario, uno che le partite le vinceva da solo grazie ad un colpo di genio improssivo. I brasiliani lo adoravano perché declinava al meglio l'essenza de o futebol, allegria e classe, poco importava che si allenasse poco e male, che non rincoresse mai un avversario o litigasse spesso con i compagni di squadra.
Oltre a Romario però c'era un nuovo ragazzo che si stava mettendo piano piano in luce. Un giovane talento, passato inosservato al grande pubblico fissato sul 16enne "Fenomeno" Ronaldo, che rispondeva al nome di Marcio Amoroso.
Cresciuto in patria con il Guarani FC, nel 1992 il 18enne Marcio prende la via del Giappone. Una prima esperienza formativa, 16 gol in 19 presenze e titolo della J. League Division One in tasca. E' pronto così per tornare a casa, al Guarani. Altri 28 gol in 36 presenze Campeonato Brasileiro in bacheca. Un primo campionato che non passa affatto inosservato, ora anche il suo nome inizia a girare sui taccuini degli osservatori più importanti d'Europa. In Brasile, accanto a Ronaldo e a Romario, si fa anche il suo nome. Nel 1996 passa al Flamengo, un passaggio veloce. In rossonero, complice anche un infortunio, non trova tanto spazio ma riesce in ogni caso a mettere a segno 6 gol.
Nel frattempo in Italia l'Udinese, squadra conosciuta in Brasile per essere stata la casa di Zico, conclude all'11esimo posto una deludente stagione. Il presidente Giampaolo Pozzo ambisce a fare decisamente di più e per questo motivo è deciso a a rafforzare la squadra da consegnare nelle mani di mister Zaccheroni. La società non perse tempo, prima assunse il bomber tedesco dell'Ascoli, Oliver Bierhoff, insieme a Paolino Poggi. Ancora non soddisfatto, Pozzo si rivolse al Brasile. E' qui che si intrecciarono le strade di Amoroso e dell'Udinese. Il club bianconero stava cercando un ultimo tessello offensivo per completare il puzzle. Rapido, abile, tenace e con il gol nel sangue, Amoroso aveva gli attributi necessari per diventare il partner perfetto per Bierhoff. Il brasiliano era anche versatile e poteva fare il trequartista dietro al tedesco e a Poggi, se necessario. Accordo fatto allora, Amoroso arriva in Italia, all'Udinese, in prestito per 800 milioni di lire e subito dopo a titolo definitivo per 7 miliardi complessivi.
Inizialmente Zac però non lo vede. I titolari sono Bierhoff e Poggi e Amoroso è un'alternativa. "Devo addattarsi al calcio italiano" dicevano e a gennaio così il brasiliano, stufo di stare in panchina, andò in società e chiese la cessione. Biglietto di ritorno per il Brasile già prenotato, accordo per il passaggio al Valencia in tasca e tanta rabbia in corpo per non essere riuscito a dimostrare il suo vero valore in Italia. Poco prima della sua partenza però accadde qualcosa che cambiò la storia di Amoroso e anche quella dell'Udinese. Arrivò la partita con la Fiorentina: doveva giocare titolare Clementi ma si infortunò durante il riscaldamento e allora toccò proprio ad Amoroso. Fu una partita spettacolare, Marcio firmò una doppietta che diede inizio ad uno nuova storia.
Da quel momento, Amoroso non si guardò più indietro, trovando la via del gol per altre 12 volte in quella stagione, tra cui una memorabile doppietta contro la Juventus al Delle Alpi. I 12 gol di Amoroso, uniti ai 26 segnati dai colleghi Bierhoff e Poggi, fecero volare l'Udinese in Coppa UEFA, assicurando uno storico quinto posto.
Da lì in poi Amoroso sfoderò prestazioni sempre più convincenti, conquistando la fiducia di tutto l’ambiente che potè ammirare le gesta di un fuoriclasse assoluto che in tre anni in Friuli mise a segno 42 reti di cui 22 solo nel campionato 1998/1999, uno score che gli valse il titolo di capocannoniere del torneo.
Oggi Marcio compie 43 anni e noi di Tuttoudinese.it abbiamo voluto ricordarlo così. Buon compleanno "Fenomeno"!
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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