Ci sono un luogo e una data. Come per ogni storia che si rispetti. In quella che ci apprestiamo a raccontare il luogo è l’osteria “Parma Rotta” a Parma, ovviamente, e la data è il 3 agosto 1977, il giorno in cui nacquero i Boys. Da 35 anni a Parma ultras è un sinonimo di Boys. Un gruppo che, tra alti e bassi, ha tagliato un traguardo che molti altri gruppi spesso più celebrati non sono riusciti a tagliare. I Boys sono originariamente formati da un gruppo di ragazzi che frequentavano la curva sud ma che, decisi a intraprendere una via diversa da quella del centro coordinamento Parma Clubs, decidono di spostarsi in curva nord, dove sono tutt’oggi. La prima fase della vita dei Boys si conclude il 4 maggio 1986 al Tardini quando, al termine del derby contro la Reggiana, si scontrano la polizia. Il bilancio è di 29 agenti feriti. La repressione è durissima e il gruppo è praticamente falciato dai processi. Nel frattempo però, c’era stato il tempo di farsi dei nemici e degli amici. Comaschi, carrarini, spallini, mantovani e naturalmente reggiani e bolognesi tra i primi, cesenati, empolesi e veronesi tra i secondi.
Ma il vero salto di qualità i Boys lo fanno insieme alla squadra. Con l’inizio dell’era Scala, il movimento ultras a Parma conosce un vero e proprio boom proporzionale ai successi della società.

L’apice è la finale di Wembley in cui il Parma conquista la Coppa delle Coppe di fronte a 12mila tifosi gialloblu. Ma poi qualcosa si rompe. E’ di mezzo c’è ancora la Reggiana. Il 6 aprile 1994 il Parma perde incredibilmente il derby contro una Reggiana in lotta per non retrocedere. A molti sembra che la cosa sia premeditata. La delusione è tanta e molti mollano. Nel frattempo sono nate nuove rivalità (quella con gli juventini va di pari passo con la sfida tra i due club) e amicizie (con Sampdoria, Empoli e Bordeaux).
Quel che resta dei Boys rinasce nel 1998 grazie all’impegno di alcuni vecchi e di pochi giovani. Proprio questa nuova generazione è l’anima dei Boys di oggi. Il gruppo riparte nonostante le presenze allo stadio e in trasferta si riducano (fenomeno comune a tutti gli stadi italiani), nonostante le difficoltà societarie legate al crack della Parmalat e nonostante qualche delusione sportiva (la retrocessione del 2008). Un cuore che batte nella curva nord ribattezzata Matteo Bagnaresi in onore del tifoso gialloblu investito accidentalmente da un pullman di tifosi juventini nel marzo del 2008. Con l’inasprimento delle repressiona, oggi i Boys sono impegnati insieme a tanti altri gruppi ultras nella lotta per mantenere vivo un modo di essere e di tifare che a Parma ha una storia lunga 35 anni.

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 16 novembre 2012 alle 20:09
Autore: Marco Bonitti
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