Mentre scrivo Conte è ancora atteso in conferenza stampa per comunicare le nuove direttive di contenimento del Covid-19. Il termine del 13 aprile è infatti vicino e bisogna informare la popolazione su come agire dopo Pasqua. Sul perchè dei rinvii non ci addentriamo, non è nostra competenza. Lo prendiamo come dato di fatto, sapendo che, come sempre ormai da fine febbraio, tra un'ora ciò che scriviamo potrebbe essere smentito. Intanto però le voci corrono e sono rumorose. Pare si vada verso la prosecuzione del blocco fino al 3 o 4 maggio, con la riapertura solo di qualche attività commerciale e deroghe ancora più stringenti. Nel frattempo però gli stessi rumors si fanno ancora più rumorosi mentre ci avviciniamo alla sede della Lega Serie A.

I dirigenti del massimo campionato infatti starebbero chiedendo a gran voce di poter usare le ultime due settimane di aprile per effettuare le visite mediche di controllo in vista di una ripresa a fine maggio. Vedremo tra poche ore se la richiesta sarà accolta. Fa specie sentire però le testate giornalistiche parlare di una Serie A che chiede di ricominciare, quando sono relativamente recenti le parole di Cellino e freschissime quelle del DT Marino che parlano esattamente dell'opposto. Chi starà chiedendo dunque con così tanta forza di tornare in campo al punto di oscurare delle figure che comunque hanno un peso? Inutile fare nomi oltre a quelli di chi ha chiesto pubblicamente di giocare, non li sappiamo per certo.

Le dichiarazioni di Marino ovviamente hanno suscitato le reazioni più disparate, chi le giudica corrette, chi invece le definisce la classica scusa per salvare una squadra che se dovesse tornare in campo probabilmente la permanenza in Serie A dovrebbe sudarsela e non poco. Entrambe le posizioni hanno le loro ragioni. Probabilmente magari in fondo in fondo in caso di annullamento della stagione qualche dirigente tirerebbe un sospiro di sollievo perchè sollevato da posizioni decisamente scomode. D'altronde un minimo di egoismo lo abbiamo tutti, compreso chi scrive. È sicuro però che questo virus fa paura vista la facilità di contagio e la ripresa del calcio sarebbe il veicolo perfetto per poter accendere un nuovo focolaio, visti i tanti spostamenti che porterebbero le partite. C'è paura per i tesserati, per lo staff e soprattutto per il fatto che si potrebbe essere i nuovi "untori". Un pizzico di egoismo dunque c'è, ma con buona probabilità il timore per la situazione in questo momento è più grande, almeno nei dirigenti che chiedono l'annullamento. In attesa di capire se le richieste di chi vuole a tutti i costi correre il rischio saranno accolte...

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 10 aprile 2020 alle 18:48
Autore: Davide Marchiol
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