In casa Apu Udine oggi è stato il giorno di Mattia Palumbo, play-guardia di 198 centimetri per 95 chilogrammi. Il giovane talento, che arriva in Friuli dopo l'esperienza all’Unieuro Forlì, si è presentato a tifosi e alla stampa.

A dargli il benvenuto il direttore tecnico dell'area sportiva Alberto Martelossi: "Ho seguito personalmente i suoi allenamenti con la nazionale U23, fin subito ho avuto ottimi riscontri. Sapevo che avrebbe superato al meglio l'infortunio che gli hanno fatto perdere parte della scorsa stagione. Anche al Global Jam di Toronto è andato in crescendo. Avendo nel roster un piccolo come Sherrill ci serviva un giocatore con altezza e presenza fisica, caratteristiche che Mattia possiede. Siamo andati subito sul suo nome, riuscendo a trovare l'accordo con la Fortitudo Bologna. Sin da giovane è stato considerato un playmaker, un giocatore con palla in mano nonostante l’altezza importante. Ha mantenuto sempre questa caratteristica, lo sfrutteremo per avere una visione di gioco che parte dell’alto. Nel contempo ha sviluppato un’altra grande capacità, quella di giocare senza la palla, testimoniata dalle cifre altissime a rimbalzo. Sta continuando a migliorare anche dal punto di vista della pericolosità del tiro. È il giocatore esterno con le migliori cifre di questo campionato, pensiamo possa crescere ancora molto qui a Udine. Sarà una colonna della squadra e una sorpresa per molti".

Parola poi al giocatore classe '00 cresciuto cestisticamente nelle giovanili della Stella Azzurra: "Le ambizioni sono tante e la società è seria, queste sono è cosa per me fondamentali che mi hanno spinto a scegliere Udine. Ho avuto modo di parlare con coach Boniciolli, mi ha fatto un quadro su quello che può essere il mio percorso di crescita tecnico e fisico e quello che può essere il mio ruolo all’intero della squadra. Lavorare con professionisti come quelli messi a disposizione dall'Apu per me è davvero importante, è stata una delle ragioni per cui ho preso la decisione di ripartire da qua. Qui ho trovato subito grande organizzazione. Udine è una società di A1 parcheggiata in A2".

Sul ruolo: "Di base non sono uno a cui piace molto descriversi, lascio che lo faccia il campo. Sono un play atipico. Sono 10 cm più alto rispetto alla media dei miei pari ruolo e peso 15 chili in più. Devo sfruttare il fisico a mio vantaggio, soprattutto in fase di difensiva o per andare in post basso. Mi sento più un numero 1, mi piace stare con la palla in mano. Penso di capire i momenti della partita e di riuscire a gestirli. Ho sempre un occhio di riguardo per la squadra, la mia prestazione va di conseguenza. Se la squadra gira vuol dire che io sto facendo bene".

Parlando di obiettivi, personali e di squadra: "Sono qui per continuare un percorso di crescita. Quello dell’azzurro è un sogno da inseguire. Dopo l’infortunio rivestire la casacca della nazionale è stato per me molto importante. Ho lavorato duramente per risolvere al più presto i problemi fisici e per ritrovare la condizione. Il Global Jam di Toronto è stata un'esperienza incredibile che mi porterò dietro a lungo, mi sono confrontato con realtà diverse da quelle a cui ero abituato. Il gruppo era parecchio competitivo e abbiamo ottenuto anche un buon piazzamento. Ho potuto conoscere anche Esposito, gli ho chiesto un paio di informazioni su Udine. Sono contento di averlo come compagno di squadra quest’anno. Con l'Apu voglio arrivare il più in alto possibile. La società è stata chiara, dobbiamo lottare per conquistare la promozione. Con l'A1 mi sono confrontato ai tempi della Fortitudo, una breve partentesi ma davvero formativa".

Il fattore Boniciolli è stato determinante nella scelta: "Del coach mi ha colpito molto il suo avere idee chiare e perseguirle. È una persona assai determinata. È un allenatore affermato, uno dei migliori dal punto di vista tecnico e tattico. Il fatto di poter essere allenato da lui mi ha spinto a scegliere questa piazza. Con l'assistant coach Finetti, invece, ho vinto uno scudetto giovanile. Mi ha scritto che non vedeva l’ora dei continuare insieme un percorso di crescita e sono felice di ritrovarlo".

Un'emozione giocare al Carnera: "L'ho conosciuto da avversario. Non sono stato troppo simpatico ai tifosi ma sicuramente preverò a fargli cambiare idea. È una piazza molto calda, c’è molto trasporto del pubblico. Mi augur5o di giocare in un palazzetto sempre stra pieno. In campo darò sempre tutto, questa è l’unica cosa di cui sono certo.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 19 luglio 2022 alle 12:29
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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