Diversi autorevoli commentatori ad inizio stagione - e un po' oltre - hanno evidenziato come due squadre di pallacanestro con sede a 17 km di distanza in serie A2 siano un lusso difficilmente sostenibile per una provincia che non è neanche capoluogo di Regione, quando piazze come Roma non riescono a mettere in campo squadre competitive nella stessa categoria;dunque sarebbe "meglio" concentrare le già scarse risorse finanziarie in un unico progetto che abbia maggiori chance di essere vincente, piuttosto che sostenerne due con il rischio di farne due realtà mediocri. L'opinione naturalmente si fonda su delle argomentazioni ragionevoli, ma è stata del tutto contraddetta dai fatti durante la prima stagione in cui il "dannoso" evento si è verificato: Udine e Cividale si apprestano a darsi "battaglia" nel quarto di finale dei play-off in un'atmosfera di grande entusiasmo e attesa partecipe che trova scarsi precedenti nella storia di un territorio si tradizionalmente appassionato, ma anche decisamente tiepido quanto ad ambizioni e che necessita sempre di essere trascinato piuttosto che di trascinare.

La società favorita per anzianità e budget, Udine, non ha lesinato denari per cercare di raggiungere la sospirata promozione nella serie maggiore, sempre mancata nell'ultimo atto degli ultimi due campionati, mentre la nuova arrivata, Cividale, ha ovviato a risorse finaziarie disponibili notevolmente inferiori puntando su di una chimica che vede una perfetta simbiosi tra dirigenti, tecnici, giocatori e ambiente.

Se la prima è ancora in corsa per il raggiungimento dell'obiettivo dopo una stagione caratterizzzata da continui aggiustamenti e cambi di rotta, la seconda ha conquistato il suo "scudetto" - la salvezza - con due mesi di anticipo, dimostrando di poter dare filo da torcere a tutti, portando gli avversarsi a giocarsi i due punti negli ultimi due possessi in ben 20 gare su 32 fin qui disputate. Chi scrive resta di diverso avviso rispetto al "buon senso" di chi non vede di buon occhio la coesistenza delle due compagini, perchè ritiene che la competizione, purchè sia sana e avvenga all'interno del recinto delle regole, rappresenti invece il lievito per lo crescita e lo sviluppo di un territorio, specialmente quello friulano tradizionalmente rigido e tendente all'unilateralità.

Per ora sembrano essere del medesimo avviso anche gran parte delle tifoserie che sostengono i due club, che sino a qui si sono confrontate nei tre precedenti con reciproco rispetto, sportività ed entusiasmo che ci auguriamo, ora che sono attese dalla prova del nove del clima incandescente della gare da dentro-fuori, colgano l'occasione per consolidare ulteriormente questi valori.

Sul piano squisistamente sportivo è indubbio che il pronostico penda decisamente dalla parte di Udine che potrà schierare un roster con una profondità e qualità dei singoli sconosciuta non solo a Cividale, ma anche a tutte le altre contendenti del tabellone oro che regalerà la promozione a chi arriverà in fondo: il quintetto Monaldi, Briscoe, Gentile, Gaspardo e Terry è composto da giocatori che in questa o nelle scorse stagioni militavano nei massimi campionati e anche in nazionale e affronterà un team nel quale solo Pepper ha disputasto in passato i play-off di serie A2.

Tutto già scritto dunque? Neanche per sogno, perchè di analisi come queste erano pieni siti e giornali ad inizio campionato, ed il campo invece si è divertito a mandare sonori sberleffi a ragionamenti simili, con Cividale che invece di tornare zucca come la carrozza di Cenerentola allo scadere della mezzanotte ha addirittura perso il diritto di disputare con il vantaggio del fattore campo il primo turno solo nell'ultimo minuto della fase ad orologio, mentre Udine ha dovuto mettere continuamente mano al roster, alla panchina per trovarsi di nuovo in pole position nel momento che conta.

Lo sport, pur rimanendo ancorato alle regole del buon senso e della ragionevolezza, è ancora come diceva Gianni Brera un "mistero agonistico". Un solo dato è certo: questa settimana tutti gli appassionati friulani di pallacanestro avranno la fortuna di vivere qualcosa di talmente bello che forse ancora stentano a rendersene conto. Si, due è meglio di uno.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 15 maggio 2023 alle 12:30
Autore: Giuseppe Passoni
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