Un saluto a Davide Micalich, che ricorderemo con affetto. Scherzi a parte, i boys gli hanno fatto un bel regalo, risparmiandogli la trasferta in Abruzzo e concedendogli una tranquilla guarigione. L'eroe sarà di certo al suo posto domenica prossima.

Mettiamola così: Udine concede a Roseto, per propri demeriti ed entusiasmo giovanile avversario, dodici minuti e quindici punti di vantaggio. Di lì in poi, specie da quando ‘l’osel vecio de cheba’ Ramagli li mette a zona 2-3, Udine conquista 30 punti di vantaggio e arrivederci bellissima perla degli Abruzzi.

All’inizio l’OWW pare contratta, imprecisa, disattenta; difende male, lasci spazio alle triple avversarie (7/9 nel primo quarto) tanto che Bayehe pare un giocatore da Eurolega. Poi si mette in linea, riempie di falli gli avversari (arbitri fiscalissimi, 47 irregolarità fischiate sono tantissime) ma soprattutto inizia a bombardare la retina avversaria come rango e qualità impone.

Riesce, coach Ale, a tenere serrate le fila quando Udine non ne segna una; quando, tre volte è successo, gli avversari buttano la palla verso il canestro avversario realizzando; quando alcuni tiri scoccati da Chieti entrano imperterriti. Riesce: merito però ai giocatori esperti della squadra, i vari Zilli, Antonutti, Fabi e soprattutto Andy Amato. Il parziale che riduce lo svantaggio da quindici a quattro punti è l’antipasto; la gara punta a punta, stile canottaggio, la portata intermedia; la spallata decisiva fra terzo e quarto periodo il dolce che porta Udine a chiudere in surplace, senza forzare negli ultimi quattro giri di orologio.

I dettagli la fanno da padrone, ma anche i numeri: la valutazione passa dal 10-32 del 10’ a 102-60 allo scadere; i rimbalzi, negli stessi intervalli, passano da 7-18 a 35 pari; OWW chiude con sei uomini in doppia cifra, con un 50% da tre (Roseto scende al 30% finale, dopo che le sue bocche da fuoco spadellano senza remissione) ma soprattutto con solo un libero sbagliato su 22 tentati, balsamico per chi come noi ha visto sciagure passate a cronometro arrestato. Roseto, per dire, fa 13/27 con Mouaha che viaggia con un 1/7 da tabellone di ferro fuori, in cortile al lunedì pomeriggio.

Fra i rosetani bella gara di Bayehe, specie all’inizio (11 punti nel primo quarto) che prende sei rimbalzi offensivi (qui Udine deve lavorare, e tanto, dopo aver rivisto gli errori commessi contro Derthona); buoni Canka, De Fabritiis, Nikolic apparsi però poco più che gregari. Nessuna impressione ci ha lasciato Lattin, che pare ancora americano dimenticabile.

Udine? Amato e Antonutti MVP; ma Fabi (13 punti con 3/5 dall’arco) e soprattutto il rush di Jack Zilli li valgono, eccome. Cromer a due facce, timido all’inizio e sontuoso nella ripresa (al netto di una violazione di passi causata dalla mancanza di un pass in transizione che pareva comodo). Gerald Beverly, pur limitato dai falli, dimostra di essere un lusso che ci possiamo permettere; schiaccia quattro volte, in un’occasione Pierich si lamenta e questo dimostra quanto frustrato potesse essere il bucaniere isontino.

Cortese ancora non è lui, ma la tripla allo scadere del terzo periodo è la mannaia che getta Roseto nella disperazione. Lo aspettiamo, come Penna (spero) pronto al rientro domenica prossima.

Quando al vernissage del Carnera, all’ora dell’orzotto con la salsiccia, arriva la corazzata Verona. Ci vorrà qualcosa in più per aggiudicarsi i due punti: Udine, però, al netto di un inizio-horror ha dimostrato di essere squadra. Temo di non andare lontano dalla verità nel dire che il gruppo dell’anno scorso si sarebbe purtroppo lasciato andare. Cosa, peraltro, che successe proprio a Roseto, la stagione scorsa.

Un'ultima cosa: chi mi legge sa che con Roseto ci sono stati dei 'malintesi', anni fa. Oggi però mi sento di dire che il pubblico rosetano, e lascio fuori quelli che augurano il male, non merita una squadra che rimane a Roseto sei giorni al mese (venerdì-domenica dei weekend giocati in casa; il resto del tempo a Roma). Posso capire la carenza di fondi, ma questa formula, la liaison con la Stella Azzurra, va bene fino a quando non penalizza chi ai biancazzurri ci tiene.

Mi direte 'è il basket moderno, baby': sarà, ma vedere un palazzetto semivuoto mi piace poco. Molto poco.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 06 ottobre 2019 alle 21:38
Autore: Franco Canciani
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