Il mondo piange il leggendario politico sudafricano Nelson Mandela. Aveva 95 anni l'eroe della lotta all'apartheid nel Paese e premio Nobel per la pace nel 1993. Madiba si è spento serenamente tra le mura di casa sua a Johannesburg, contornato dalle persone a lui più vicine, dopo lunghi mesi di malattia e ricoveri in ospedale dovuti a infezioni polmonari, conseguenze della turbercolosi contratta nei lunghi anni di prigione a Robben Island. Il luttuoso annuncio è stato dato in diretta dal presidente in carica Jacob Zuma che con queste parole ha dichiarato il decesso di Mandela 

"Voglio ricordare con semplici parole la sua umiltà, la sua grande umanità per la quale il mondo intero avrà grande gratitudine per sempre. La nostra nazione perde un grande figlio. I nostri pensieri in questo momento sono con la sua famiglia, con i colleghi gli amici e con il popolo sudafricano. La sua anima riposi in pace. Dio benedica l’Africa”.

 

Nelson Mandela è stato il simbolo dell'ultima lotta dell'Africa nera contro l'estremo baluardo della dominazione bianca nel continente. Una vita spesa quindi per dire basta allo spietato regime dell'apartheid razzista che oppresse il Sudafrica dal 1948 al 1994. Leader senza eguali ha saputo prendere le redini della guerra e porre un profondo cambiamento in un paese lacerato dai contrasti interni senza massacri e morti, ma con la predicazione di messaggi di pace e di riconciliazione. Un uomo colto mai dal sentimenti o di odio e di vendetta nei confronti di chi lo rinchiuse per lungo tempo in prigione. Infatti Mandela ha trascorso ben ventisette anni nelle galere del regime segregazionista bianco ma non ha mai pronunciato la parola vendetta e una volta eletto presidente nel 1994, dopo la sua liberazione e la fine dell'apartheid, ha fatto della riconciliazione, caparbiamente voluta e cercata, il filo rosso della sua vita.

Mandela è stato anche una figura importante per lo sport, visto come tramite per rafforzare l'unità del paese e simbolo dell'uguaglianza, luogo dove non esistono nè diversi etnie nè confini.

"Sport has the power to change the world… it has the power to inspire. It has the power to unite people in a way that little else does. It speaks to youth in a language they understand. Sport can create hope where once there was only despair. It is more powerful than government in breaking down racial barriers”.

 

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 06 dicembre 2013 alle 08:00
Autore: Stefano Pontoni
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