Gino Pozzo cala la carta croata: Igor Tudor, 40 anni, ex colonna difensiva della Juventus, ha il compito di evitare che i friulani cadano nel baratro. C'è da tamponare l'emorragia rappresentata da undici sconfitte consecutive che hanno determinato l'esonero di Massimo Oddo e il compito di Tudor non si presenta facile, tutt'altro. In quattro turni non può fare miracoli, se ne rende conto, ma la qualità dei bianconeri è sinonimo di fiducia per lui e ieri, nel corso della prestazione alla stampa, è parso ottimista. Igor Tudor, che Pozzo aveva bloccato l'altra sera dopo un tentativo con Gigi Delneri (in precedenza erano rimasti infruttuosi i colloqui con Stramacciomi, Mandorlini, Reja, Guidolin), è giunto nella sede bianconera alle 13,45 e alle 14 ha pranzato con i Pozzo. Alle 16 ha diretto il suo primo allenamento quanto è bastato per accorgersi che la squadra moralmente è a terra per cui non solo ha annullato il ritiro, ma ha concesso a tutti ventiquattro ore di libertà. «E' un momento delicato - sono state le sua prime parole - ho visto i ragazzi scossi, ho preferito concedergli riposo e svago. Bisogna a pensare di finire bene la stagione e poi partire con nuova energia nella prossima annata perché ho firmato un contratto sino al 30 giugno 2019 (con opzione per il 2020, ndc) sperando che questo tipo di stagione non si ripeta ancora».

LA RICETTA. «Cosa posso fare in quattro gare? Io sostengo che l'allenatore ha un ruolo importante e può fare la differenza, ma non voglio parlare di me, dobbiamo rimboccarci le maniche, lavorare su tutti i fronti. Dobbiamo essere pronti per cercare di conquistare il risultato positivo a Benevento. Io credo nella salvezza, conosco non solo la società, che è molto organizzata, ma anche i giocatori dato che ho seguito numerose gare dell'Udinese, in genere quella di tutta la serie A. E a mia disposizione c'è una rosa che ha qualità e sulla quale io punto per conquistare la permanenza nel massimo campionato che una società così organizzata se la merita».

IL MODULO. Ma come imposterà l'Udinese? «Per me nel calcio contano l'intensità, l'aggressione, il modo di stare in campo. Balic? E' stato ai miei ordini nell'Hajduk quando aveva 14,15 anni; ora l'ho visto formato anche dal punto di vista fisico»

Sezione: Notizie / Data: Mer 25 aprile 2018 alle 10:30 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @Sbentivogli10
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