Tante culture e tante lingue in campo: benvenuti nella multinazionale Udinese

Multinazionale Udinese. 29 giocatori di 15 paesi agli ordini di Iachini e solo 5 italiani ovvero Angella, Lodi, Scuffet, Faraoni e Perisan. In queste condizioni è difficilissimo per il tecnico bianconero schierare una formazione con almeno un paio di elementi nati e cresciuti in Italia in campo. 11 stranieri nella formazione titolare allora come contro il Milan, dove a tener alto il tricolore ci hanno pensato solo Felipe, brasiliano di origine ma adottato dal Friuli, e nel finale Angella. 

La formazione titolare bianconera è completamente straniera e i pochi italiani in rosa sono tutti delle riserve e perfino in alcuni casi degli esuberi. Partiamo dalla porta dove per i giovani friulani Scuffet e Perisan è impossibile al momento scalzare il greco Karnezis. Anche in difesa l'unico italiano, Angella, non pare esserci tanto spazio. Danilo e Felipe, brasiliani, sono i i titolari inamovibili. Pronti a subentrare poi il francese Heurtaux, il maliano Wague e un altro brasiliano Samir. A centrocampo poi Lodi non ha più spazio, chiuso dall'arrivo del belga Kums e dal francese Fofana. L'altro italiano, Faraoni, non ha trovato squadra dopo il grave infortunio.

In questa condizione plurilinguistica e multiculturale come ci si può far capire? Iachini, che anche a Palermo è stato abituato a lavorare con giocatori provenienti da tutto il mondo, cerca di arrangiarsi come può. Un po' le lingue le mastica, tra l'inglese e il francese, utilizzando però spesso la lavagna e video anche per situazioni individuali. Lo stesso lo fa anche al dirigenza dove Bonato è costretto a studiare lo spagnolo dato che il suo ottimo inglese non sembra bastare più.

E in campo i giocatori come fanno a comunicare? Tante sono le lingue parlate sul rettangolo di gioco, dove l'italiano viene usato per le indicazioni fondamentali. Poi per il resto ci si fa capire a gesti o con parole chiave in inglese, francese, spagnolo e portoghese.