Il tecnico dell’Udinese Sottil ha parlato a Sky al termine di Udinese-Milan. Queste le sue dichiarazioni.

L’episodio del rigore e l’espulsione: “Il regolamento sul rigore è chiaro, se la tocchi il VAR è obbligato ad intervenire e c’è la ripetizione. Beto se non l’avesse toccata la ripetizione non ci sarebbe stata. Mi dispiace, non sono potuto stare tutto il secondo tempo in panchina ma non ho detto niente. Mi sono chiarito con l’arbitro. Sono andato con l’impeto dal quarto uomo, non sono un maleducato. Mi sono chiarito. Sono contento di questa grande partita e di questa grande vittoria”.

Sul cambio di rotta: “L’hanno voluto i ragazzi, i risultati li determiniamo noi. Hanno voluto invertire la rotta soprattutto sui dettagli che fanno la differenza. Qualcosa è cambiato dalla partita di Bergamo, io che li alleno tutti i giorni respiravo questo atteggiamento, questo tornare ad essere più coraggiosi. Ero sicuro nella scelta di questa sera di giocarcela contro il Milan”.

Su Samardzic: “Diventerà un campione. È un ragazzo del 2002, ha una tecnica, un’intelligenza nell’anticipare la giocata, ha tiro, ha tutto. Stiamo lavorando sull’intensità del gioco, è un ragazzo incredibile. Ascolta molto, ha molta fame, molto voglia di imporsi e arrivare. Arriverà in alto. È diventato più intenso nelle situazioni di pressing, ha alzato il livello degli allenamenti. Lui e Pereyra hanno fatto male al Milan. Complimenti a Lazar e questo gruppo straordinario che meritano questa classifica”.

Su Pafundi: “È un ragazzino del 2006 che l’anno scorso giocava solo in Primavera. Nell’ultima partita a Salerno, che contava poco per l’Udinese, ha esordito. Quest’anno è aggregato a pieno regime alla prima squadra con un progetto imposto dalla società che sto guidando insieme a lui. È molto umile, ha tantissime qualità. È un patrimonio dell’Udinese e del calcio italiano. Ci sono dei giocatori che io alleno che sono dei titolari, che hanno più esperienza e più campionati. Ci vuole la pazienza e il tempo giusti. La convocazione è un motivo di grande prestigio, siamo strafelici. È giovanissimo, parliamo di un 2006. Bisogna dargli i tempi giusti, gli step giusti. Non sto qua a giudicare le scelte di Mancini, noi qui stiamo facendo con lui un processo di crescita rispettando tutti gli step. Deve essere bravo lui a gestirla bene, è giovane e ha grande maturità”.

Sezione: Notizie / Data: Dom 19 marzo 2023 alle 01:13
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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