Tanto fumo (colorato) e poco arrosto, a San Siro. Le intemperanze dei piromani slavi rovinano Italia-Croazia, che a San Siro viene interrotta a un quarto d’ora dalla fine e riprende solo dopo una decina di minuti. Il quarto match di qualificazione a Euro 2016 finisce 1-1, azzurri e biancorossi restano appaiati in testa al gruppo H ma non più a punteggio pieno, con la Norvegia che si fa sotto. La Croazia resta tabù per gli azzurri nell’era moderna, ma il risultato e l’impegno profuso contro una nazionale tecnicamente fortissima non sono certo da buttare.
I primi 11 minuti dell’Italia scaldano i cuori di chi è convinto che il possesso palla non sia tutto nella vita: infinito fraseggio croato, Rakitic va al tiro dopo un’azione lunga un minuto, Modric, Corluka e Vida saggiano i nervi di Buffon, si va dall’altra parte e oplà, è 1-0 per la Nazionale di Conte. Com’è successo? Semplice: Zaza scalcia di pura voglia il primo pallone buono, poi lo pulisce per il destro secco di Candreva e San Siro esplode. Ci togliamo la soddisfazione di infliggere ai croati il primo gol al passivo nelle qualificazioni, sarà dunque l’Islanda l’ultima a veder violata la sua porta, qualche minuto più tardi, in Repubblica Ceca.  Peccato non ci sia il tempo di valutare come i biancorossi reagiscano a una condizione, quella di svantaggio, a cui non sono abituati. Ci pensa Perisic, mezzapunta di sinistra, a trovare l’1-1 al 15’ con un diagonale potente, sì, ma più che parabile, se Buffon non si smaterializzasse misteriosamente. Paperona di Gigi ed entusiasmo alle stelle per i tifosi ospiti a Milano. Troppa gioia per loro, o almeno troppo maleducata: fumogeni in campo, ripresa del gioco ritardata di qualche minuto, calciatori che si prodigano per il cessate il fuoco (d’artificio). Il botta e risposta cambia il match, che prende una nuova svolta poco prima della mezz’ora: Modric e Pasqual (problema muscolare) si fanno male contemporaneamente, dentro Kovacic e Soriano. Con tutto il rispetto per Manuel e Mateo, nel doppio cambio ci perde molto di più Kovac.

Rakitic si abbassa sulla linea di Brozovic, Candreva si allarga a destra e De Sciglio cambia fascia. C’è più alternanza, ora, nel costruire: l’Italia si affida alla sponda veloce dalla trequarti sulla verticalizzazione di chi inizia la manovra, la Croazia va di fioretto con Rakitic e di clava con Mandzukic. E quando Kuipers non fischia una carica della punta dell’Atletico su Buffon, Ranocchia deve salvare su Olic a porta vuota. La ripresa inizia con un bel fendente di Zaza e una carambola su Kovacic: attenti i due portieri. Conte passa al 4-4-2 con Candreva e Marchisio ali, poi sprazzi di 4-1-4-1 con El Shaarawy al posto di un opaco Immobile, preludio all’ingresso di Pellé per Zaza. I croati comprimono indietro gli azzurri per cinque minuti, chiudendo gli occhi sembra di essere a Zagabria. Un tiro alto di El Shaarawy rianima San Siro, Kramaric sostituisce Olic, poi ancora fumogeni. Ancora imbecilli.
Kuipers ne ha abbastanza, Buffon si arrabbia sotto il settore più esagitato, gara sospesa al minuto 76. Si riparte dopo 10’, El Shaarawy ci prova tre volte senza fortuna, ma il brivido più grande lo procura ancora Perisic: stavolta il suo diagonale in solitudine è impreciso, sospiro di sollievo e tutti a casa. Ma per la Croazia non finisce qui, la Uefa su certi comportamenti degli ultrà non transige. Sanzioni in arrivo.

Sezione: Notizie / Data: Lun 17 novembre 2014 alle 08:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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