Paolo Poggi torna all' Udinese. Direttamente dal Messagero Veneto, lunga intervista al ex attaccante friulano che lasciò l’Udinese da calciatore in una fredda domenica di gennaio del 2000, Udinese-Venezia 5-2, guarda caso le sue due grandi squadre del cuore. Il suo trasferimento alla Roma era già stato deciso e Gigi De Canio non gli regalò nemmeno un minuto. Da qualche giorno l’ex attaccante torna ad Udine, per svolgere il compito di scopritore di talenti: sarà uno dei tre responsabili tecnici di “Udinese Academy”. Il piano è ambizioso: 90 società affiliate per il primo anno, ma con un progetto quinquiennale.
Paolo, qual è il primo scopo di Udinese Academy?
"Quello di avere ragazzi sparsi in giro per l’Italia allenati con i criteri da Udinese. I principi sono soprattutto tecnici e tattici. Si privilegia il lavoro nell’uno contro uno: se ci pensate bene tutte le situaizoni di gioco nascono da questo particolare".
Come è nata questa idea?
"Il promotore è stato Ferrigno che l’ha sottoposta alla proprietà che l’ha condivisa.

A questo punto siamo entrati in campo io e Mattia Collauto, che abbiamo una scuola calcio a Venezia, Davide Drascek e Moreno Vantaggio.
Ferrigno ha detto: «Abbiamo scelto Poggi perchè è un nome credibile in ambito locale e nazionale".

Si punta molto sul Sud perchè là i ragazzini hanno più fame di calcio, vero?
"Sì, in Meridione c’è tanta quantità e qualità, ma per questioni logistiche punteremo molto anche sul Friuli e il Veneto.
Pozzo qualche settimana fa ricordava che negli ultimi vent’anni solo due calciatori friulani sono arrivati in A: Padoin e Donati. Un po’ poco".

Poggi, quando chi va il vostro lavoro si rende conto di avere davanti un potenziale campione?
"Nel secondo anno di esordienti, attorno ai 13 anni. Lo intuisci dal talento, dalla personalità, dal “cervello agonistico”, dagli atteggiamenti da calciatore che si notano subito".
E qualcuno lo avete già addocchiato per l’Udinese?
"Pur cominciando ufficialmente dal primo luglio, ci siamo informati anche attraverso gli osservatori dell’Udinese e qualcosa di buono c’è".
Ma un ragazzino di 13-14 anni è meglio lasciarlo nel club di appartenenza o portarlo a Udine?
"Premesso che fino a 14 anni per regolamento i ragazzi non possono uscire fuori dalla loro regione, credo che per la loro crescita sia preferibile lasciarli nel loro ambiente dove possono anche pensare alla scuola e avere meno pressioni possibili".
Un’ultima domanda: Paolo Poggi e l’Udinese. Cosa le è passato per la testa?
"Quando sono andato a parlare con le società che volevamo affiliare, mi è venuto molto facile spiegare cos’è l’Udinese e come è strutturata. Quando ci giocavo percepivo cosa sarebbe diventata questa società. Qui se riconoscono che hai talento e sai fare bene il tuo lavoro di danno tutto il tempo per dimostrarlo".

Sezione: Notizie / Data: Gio 13 giugno 2013 alle 11:20
Autore: Marco Grillo
vedi letture
Print