Ivan Kelava, portiere serbo dell'Udinese, che in questo inzio stagione ha trovato spazio da titolare, grazie anche all'infortunio di Brkic, è stato intervstato dalla Gazzetta dello Sport, spiegando come le critiche fatte per le sue incerte prestazioni non lo hanno sfiorato minimamente:

"Non è mai stato un problema. Dicono che sono scarso? Mi alleno. Il mio doping è il lavoro. Ho fatto le coppe, bene. La mia vita è il calcio. Le critiche le sistemo impegnandomi. Ma ho fiducia nelle mie qualità e l’importante è che la società abbia fiducia in me. Dovevo andare a Granada, mi hanno voluto qui, sono felice".

Sta per rientrare Brkic, ma Kelava non si preoccupa: "Lui è il titolare, ma io voglio farmi sempre trovare pronto. Ho capito cosa vogliono Guidolin e Di Iorio e Brunner, i miei preparatori. Mi allenano sulla posizione e mi chiedono di mettere le braccia in avanti. E io lo faccio e mi tuffo. Sempre con le braccia avanti. E quando esco urlo "Mia". Mi piace perché è il nome di mia figlia, quando gioco così penso sempre a lei".
A San Siro, dove dall'altra parte ci sarà Abbiati: "Ha giocato più di tutti nel Milan e questo dice tutto. Ma il mio modello è un altro: Gigi Buffon. Ho cominciato a fare il portiere vedendo lui giocare nel Parma. Guardavo la tv e vedevo questo fenomeno, il mio idolo. Mi sono detto: questo deve essere il mio lavoro".

Brkic viene da un grande club, la Dinamo. Dicono che uno che gioca nel club più famoso di Zagabria acquisti immediatamente un valore di mercato superiore. Vero? "E’ una società in cui crescono i talenti. Penso a Modric e Kovacic e a quello che verrà Halilovic (talentuoso centrocampista del ‘96). C’è un gran presidente, Mamic, e si lavora in un modo simile a quello dell’Udinese. Cosa mi ha colpito a Udine? La società che da tre anni centra l’Europa. E’ perfetta. Tutti lavorano per farti stare bene. Basta e Brkic mi hanno aiutato tanto". 

Sezione: Notizie / Data: Ven 18 ottobre 2013 alle 09:30
Autore: Marco Grillo
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