Nell'incontro organizzato dall'Ussi con Piero Giacomelli (il fischietto del discusso caso Atalanta-Udinese per il rigore prima concesso ai friulani e poi "revocato"), l'arbitro ha preso parola per affrontare i temi più delicati che riguardano il mondo dei direttori di gara, tornando a parlare fra l'altro del caso Atalanta-Udinese.

In occasione della gara con gli orobici il rigore venne negato ai friulani su segnalazione del guardalinee Faverani. Giacomelli comincia però con il parlare della nuova regola sul fuorigioco, come trascritto dal Messaggero Veneto nell'edizione odierna:

"Lancio lungo per un attaccante che è in fuorigioco, il difensore arriva prima sulla palla, la stoppa e la rigioca. Se l’attaccante è lontano due metri e non è intenzionato a intervenire si fa proseguire, se si capisce che può intervenire si ferma il gioco".

A Bergamo ci si trova di fronte a un caso controverso: sulla punizione di Di Natale viene atterrato in area Danilo, in chiara posizione di fuorigioco. L'arbitro concede prima il rigore, poi su segnalazione ritira la propria decisione.

"Non è facile in quegli attimi ricostruire l’azione, a me mancava un passaggio: capire se la palla era giocabile o meno da Danilo. Alla fine abbiamo preso la decisione sbagliata, ma per capirlo sono serviti quattro giorni e una nota della Fifa".

Un ultimo intervento Giacomelli lo riserca all'uso della tecnologia in campo

"Sono stati necessari quattro giorni per stabilire cosa era giusto fare. Io sono favorevole alla tecnologia per il gol-non gol, non per altro. Nel calcio ci sono dei vuoti regolamentari dovuti alle esigenze del gioco stesso. La nuova regola ci complica la vita? Di fatto non cambia molto".

Sezione: Notizie / Data: Gio 28 novembre 2013 alle 13:40
Autore: Davide Alello
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