Esattamente 40 anni fa, il 26/09/1976, la nostra Udinese faceva il suo debutto nel nuovo Stadio Friuli contro il Seregno. Non c'era ancora la Serie A e l'Europa era solo un sogno lontano. Questo stadio, voluto fortemente dal Sindaco Candolini è divenuto il simbolo della rinascita di un intero popolo dopo la tragedia del terremoto, ospitando le gesta di grandi campioni e diventando teatro di tante imprese e di tanti successi.

Friuli, un nome che non è buttato lì a caso ma che sta a significare molto per tutti i noi friulani. Il Friuli è quel nuovo stadio costruito con il terrore dell’Orcolat, è quell’arco che vuole raggiungere il cielo rimasto al suo posto anche dopo la seconda scossa di settembre. Il Friuli è in quell’impianto sportivo che si ripopola nonostante le continue scosse di assestamento, che permette alla sua gente di mettere da parte per un’ora e mezza i problemi e le difficoltà quotidiane. Il Friuli è fatto da persone che vede nell’Udinese il veicolo di rinascita e di senso di appartenenza alle proprie radici. Il Friuli è quella terra che risorge dalle macerie a testa alta e che a distanza di quarant’anni insegna ai propri figli, anche a quelli che non hannovissuto quei tempi bui, a non mollare.

Nel 2016, dopo il restauro e l'avvento del "diamante" qualcuno ha pensato di cambiargli denominazione, cercando di cancellare tutta la sua grande storia e quello che porta con sé. E' arrivata la Dacia Arena, una scelta ha portato sì soldi nelle casse, ma niente di più, perché si svende il ricordo di una grandissima tragedia di un intero popolo per del denaro. E'  stato. è e sarà sempre e solo Stadio Friuli, per tutti noi.

Sezione: Notizie / Data: Lun 26 settembre 2016 alle 21:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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