In seguito alla partita pareggiata dal Napoli contro l'Udinese ecco come si esprime sulla gara il Corriere della Sera: 

Segnare è bello, ma se la tua difesa tiene come uno scolapasta non vai da nessuna parte. Il problema più grave del Napoli sta qui, anche se ci sarebbe pure la difficoltà a fare gioco mascherata spesso dai numeri estemporanei dei singoli. Su questi limiti strutturali della squadra di Benitez (16 gol subiti nelle ultime 8 partite dopo il 2-0 al Torino), l’Udinese ha affondato unghie e denti strappando un meritato e spettacolare 3-3 che sarebbe potuto essere 4-3 se Maggio, con un recupero fenomenale al tramonto del match, non avesse tolto a Maicosuel l’ultimo confettino. 
Poco cambia per gli azzurri, comunque, perché la Juve, a più 8, è ormai irraggiungibile, ancora più che per il distacco, per la differente forza mentale. Contro i friulani anche la Signora aveva sofferto, però aveva colto la vittoria, gettando nello sconforto l’ottimo Guidolin, per nulla consolato dai complimenti per la gran partita. Il Napoli invece ha pareggiato, segno evidente che a questa squadra manca qualcosa che non ha a che fare con i piedi e il fiato nei polmoni e che, soprattutto, non si compra al mercato ma si costruisce nel tempo. Che adesso, fra l’altro, è poco: mercoledì al San Paolo arriva l’Arsenal in Champions League, domenica l’Inter dell’ex Mazzarri. Una settimana decisiva per capire se questa squadra è davvero al 75 per cento, come dice da tempo Benitez, oppure più di così non può fare. 
Il Napoli è partito con due esordienti assoluti (Rafael in porta per Reina k.o. e Reveillere terzino sinistro) e senza Behrami, infortunato, sostituito da Dzemaili. Una rotazione obbligata che ha ingigantito il noto problema: fare gioco contro un centrocampo organizzato e folto. È così infatti che il sempre lucido Guidolin ha impacchettato gli azzurri: esterni dinamici, due solidi mediani bassi e la buona idea dei guastatori Pereyra (22 anni) e Bruno Fernandes (19) ben applicati e pronti a ribaltare l’azione appoggiandosi su Nico Lopez (20), titolare per Di Natale (per la terza volta su quattro infortunato prima della trasferta nella sua città). 
La bellezza di questo trio era l’età; il limite la capacità di dare sostanza alla manovra. Sulla sostanza invece i grandi giocatori non hanno rivali. È stato così che fra il 38’ e il 41’ il Napoli, fino a lì confuso, impreciso e lento, ha acceso i suoi piedi buoni e ha segnato due volte con Pandev, la prima su mischia e la seconda su magnifico assist di Higuain. Da non crederci, e infatti Guidolin allargava le braccia sconsolato. I suoi però sono stati bravi a reagire e trovare l’1-2 su autorete di Fernandez proprio al 45’. Nella ripresa la gara si è aperta: quando sembrava che il Napoli potesse gestire con più agio il match, Guidolin ha inserito la seconda punta Maicosuel e poco dopo l’Udinese ha pareggiato con Bruno Fernandes che ha sorpreso da lontano Rafael, fuori posizione. 
Il Napoli, nell’unico lampo di orgoglio della sera, è ripartito, Higuain ha ingessato Danilo e tirato: sulla ribattuta Dzemaili, fin lì grigissimo, ha infilato il 3-2. Nella partita delle mischie ne è però arrivata un’altra, dieci minuti dopo ed è stata fatale ai Rafa boys: Inler non è riuscito a rinviare e Basta, di nome e di fatto, ha chiuso il match sul 3-3. Un disastro per il popolo azzurro, ma dopo che Maggio ha fatto il miracolo su Maicosuel (Guidolin reclama il fallo da ultimo uomo e viene espulso) è sembrato addirittura il male minore. A quel punto sono rimasti solo i fischi. E un’altra notte da dimenticare.

Sezione: Notizie / Data: Dom 08 dicembre 2013 alle 19:30
Autore: Michele Taboga
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