In Italia c’è una società che, quando punta su un giovane, difficilmente commette un errore. La filosofia, che da anni la rende, sotto tutti i punti di vista, una delle società modello a livello internazionale, è arrivare sui giovani talenti prima degli altri, in modo da poterli formare e plasmare, con l’obiettivo di farne dei campioni.
Così, la scorsa estate, ancora una volta, l’Udinese, sbaragliando la concorrenza delle società di mezza Serie A, è riuscita ad aggiudicarsi le prestazioni di una giovanissima promessa made in Italy.
Il suo nome è Mauro Coppolaro, nato a Benevento il 10 Marzo del 1997, di professione difensore.
Coppolaro inizia giovanissimo a muovere i primi passi sul campo rettangolare, con la Asd di Dio Team, squadra della Valle Vitulanese.
Nel giugno 2009, in occasione del torneo di calcio giovanile “scuola sport e ambiente, insieme si cresce”, organizzato ogni anno a Vitulano, nel Beneventano, uno dei più importanti osservatori della Reggina, Salvatore Laiacona, nota questo ragazzino.
In occasioni come queste, un esperto osservatore non può permettersi di esitare; ed infatti, bruciando sul tempo la Juventus, che pure si era mostrata interessata al ragazzo, la Reggina riesce ad acquistarlo.
Nell’agosto 2010, Mauro è aggregato alla formazione dei Giovanissimi nazionali della società calabrese.
Le sue doti appaiono subito evidenti e non risentono del cambiamento ambientale, che pur potrebbe condizionare un ragazzino di 13 anni.
La stagione con i Giovanissimi nazionali è esaltante. I ragazzi guidati da Emilio Belmonte sfiorano la vittoria del campionato e Coppolaro è assoluto protagonista.
Nella stagione successiva è già promosso negli Allievi nazionali di Geretto, dove, però, rimane solamente due mesi; infatti, impressionato dalle sue doti fisiche e dalla sua maturità tattica, l’allora allenatore della Primavera amaranto, Roberto Cevoli, decide che è già arrivato il momento che il ragazzo si misuri in un campionato più probante.
Coppolaro si confronta con ragazzi di due o tre anni più grandi senza mai sfigurare.
Nella stagione successiva è già uno dei leader della formazione Primavera. Le sue potenzialità emergono sempre più palesemente, tanto da impressionare lo stesso staff della formazione calabrese.
La prima vera svolta della sua carriera nella scorsa stagione. Mauro è ormai capitano e leader indiscusso della formazione Primavera, quando, a soli 16 anni, viene convocato in prima squadra.
Ma l’emozione più grande non l’ha ancora vissuta. Infatti, il 10 Maggio 2014, a soli 17 anni e due mesi, il giovane Coppolaro fa il suo esordio in serie B con la maglia amaranto della Reggina.
A fine stagione, il ragazzo di Foglianise ha già collezionato 5 presenze nel campionato cadetto. Non male come bottino per un diciassettenne.
La sua crescita viene, inevitabilmente, notata dai club più importanti della Serie A, i quali, nella scorsa finestra estiva di mercato, hanno fatto di tutto per assicurarsi il suo cartellino.
Alla fine, però, è stata l’Udinese a spuntarla e a trovare l’accordo con la Reggina, anticipando tutte le altre e beffando al fotofinish la Fiorentina, che pure sembrava molto vicina al ragazzo.
Oggi Coppolaro è un punto fermo della Primavera friulana guidata da Luca Mattiussi anche se , non di rado, lo si vede allenarsi con la prima squadra.
Ad oggi il ragazzo di Foglianise, non è ancora riuscito a fare il suo esordio in Serie A; ma Strammaccioni, da sempre tecnico attento alla crescita dei giovani, sembra tenerlo in enorme considerazione, tanto che, non è affatto improbabile l’ipotesi di vederlo, prima della fine di questa stagione, esordire nella massima serie.
La precoce ascesa di questo ragazzo è scandita dalla presenza pressoché ininterrotta della maglia azzurra della nazionale italiana.
Viene infatti convocato per la prima volta con l’Under 15 nel 2011 e, da quel momento in poi, la maglia azzurra non la toglierà più. Protagonista prima con l’Under 16, poi con l’Under 17, ed ora già in orbita Under 19, con la quale ha esordito nel Gennaio scorso.
Dal punto di vista tecnico e tattico, Coppolaro è un difensore moderno, che fa della duttilità una delle sue maggiori doti.
Può, infatti, giocare come centrale sia in una linea a 4 sia in uno schieramento a 3.
Molto bravo negli anticipi e difficile da superare nell’uno contro uno, non ha problemi, vista l’ottima capacità in fase di palleggio, a salire con la palla al piede e a dare inizio alla manovra.
Molto importante è anche la grande abilità nel gioco aereo, che gli permette di essere particolarmente efficace sui calci piazzati, sia quando si tratta di difendere la propria area, che in prossimità della porta avversaria.
La sua imponente struttura fisica gli ha, da sempre, permesso di confrontarsi in categorie superiori; così come impressionante è l’esplosività dal punto di vista muscolare, che lo ha aiutato a fare costantemente la differenza ovunque abbia giocato.
Il profilo psicologico è quello di un ragazzo particolarmente disciplinato e dedito al lavoro. Negli allenamenti è il primo a scendere in campo e l’ultimo ad abbandonarlo, consapevole che la cultura del lavoro rappresenti l’elemento indispensabile per continuare a migliorarsi.
Tutte queste qualità ne fanno uno dei prospetti più interessanti nel suo ruolo, a livello sia nazionale sia europeo.
Gli addetti ai lavori affermano che ricordi, nel modo di giocare, un certo Fabio Cannavaro.
Lui, però, ha un altro mito a cui ispirarsi; è l’ex bandiera e capitano del Barcellona Carles Puyol, di cui ammira soprattutto la grinta e le doti di leader.
Il suo sogno nel cassetto è quello di poter indossare, un giorno, la maglia dell’Arsenal, club di cui subisce il fascino sin da bambino.
In Italia, Fiorentina, Lazio e Juventus sono sempre in agguato; ma sembra davvero molto difficile, anche solo pensare, che l’Udinese voglia privarsi di questo talento cristallino, prima di averne fatto un grande calciatore.
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