È tornato a parlare,concedendosi in una lunga intervista ai microfoni di Interchannel, uno dei grandi ex dell'Udinese e simbolo di questi ultimi anni di grandi vi vincite, portierone ora in forza all'Inter, Samir Handanovic.

"Entrare in campo è una sensazione bellissima per chi gioca a calcio e lo è ancora di più quando una partita inizia. Dovrebbero provarlo tutti per capire quello che si sente. Nelle partite più importanti, come la Champions ad esempio è tutto amplificato. Se ho voglia di tornare a giocare in Champions? Credo che tutti lo vogliano. Per me è un piacere andare in porta. Il ruolo del portiere? A volte devi essere più concentrato di un calciatore perchè devi essere attento anche quando la tua squadra attacca. Il ruolo del portiere è proprio questo: anche se ti arriva solo una palla in tutta una partita, devi essere sempre pronto. Non tutte le partite sono uguali e conta molto la preparazione. 
Con i tifosi delle mie varie squadre ho sempre avuto un bel rapporto anche se credo che dobbiamo sempre dimostrare qualcosa. Conta più la prossima partita di quella che hai già giocato. Che cosa mi dicono se mi vedono per strada? Non mi vedono perchè esco pochissimo.
Tra le parate quella che è piaciuta di più è una che ho fatto in un campionato di quattro o cinque anni fa, in Udinese-Siena. E' stato un colpo da vicino. Io lavoro con la mia filosofia, ma non è detto che la mia sia anche quella di un altro. La migliore per ognuno è quella che porta benefici in partita.
Tra Udine e Milano non posso dire qual'è meglio o trovare differenze in quanto io non vivo a Milano e la risposta finisce qui. Qualche volta ci vado per cena o per andare a trovare qualche mio amico, ma non ci vado spesso.
Nel calcio c'è tempo per tutto. Dobbiamo avere calma e vedere che cosa succede. Dopo tanti anni che sono
in Italia ho capito che non ci si deve sbilanciare. Il momento dell'Inter? Secondo me stiamo andando benino, ma possiamo fare ancora meglio. Quello che conta è che stiamo crescendo, stiamo facendo una strada e bisogna vedere dove si arriva. Abbiamo lasciato qualche punto per strada, qualche squadra più esperta di noi forse li avrebbe presi. Credo che rivedere le proprie prestazioni e correggersi sia fondamentale perchè la tecnica è andata avanti e solo così puoi rivedere certe posture del piede e del corpo. Se sono critico con me stesso? A volte si, a volte devi vedere come stai fisicamente, se puoi fare una cosa o no. Poi è normale che l'autocritica c'è sempre, altrimenti vuol dire che non si migliora. E' in questo modo che sono diventato cosi bravo sulle uscite basse? Sono le più difficili insieme a quelle alte. Se le vuoi fare devi rischiare perchè si rischia di sbagliare piede o la spinta e quindi sia di farti male che di fare fallo".

Sezione: Gli ex / Data: Gio 28 novembre 2013 alle 08:20
Autore: Stefano Pontoni
vedi letture
Print