Pizzignacco 6,5: l’estremo difensore friulano ha subito un tirannico uno-due nel primo tempo, raccogliendo in due occasioni il pallone in fondo rete depositate con grande foga da Marco Olivieri. Incolpevole nelle marcature ospiti, il numero 1 classe 2001 ha disputato un ottimo secondo tempo, sbarrando la strada alle sortite bianconere. E’ stato un suo volo d’angelo a neutralizzare il gran tiro al volo di Di Pardo, che avrebbe potuto chiudere il match con grande anticipo. Nonostante i soli 16 anni di età, dimostra già grande personalità e sicurezza tra i pali: d’altronde, la scuola portieri dell’Udinese non tradisce mai.
Vedova 6: partita senza infamia e senza lode per il numero 2 bianconero, che ha preferito svolgere una diligente fase difensiva piuttosto che spingere con regolarità lungo la fascia destra. Ha svolto con attenzione il suo compitino, senza compiere evidenti sbavature in copertura. Primo tempo di ordinaria amministrazione, con pochi pericoli corsi sul suo lato di competenza per via delle caratteristiche più difensivi dei suoi opponenti, Muratore prima e Kameraj poi. Nel secondo tempo è riuscito a dare continuità alla prova sufficiente dei primi 45′, dialogando bene con i compagni e scegliendo sempre la giocata più semplice.
Ermacora 6: il terzino friulano ha sofferto particolarmente le avanzate ospiti in avvio di gara. Sul suo lato di competenza, infatti, ha preso vita l’azione che ha portato al gol del vantaggio di Olivieri: troppo spazio concesso a Meneghini e Di Pardo, liberi di inventare il cross per l’attaccante bianconero. Nel secondo tempo, però, è tutta un’altra storia, con il giocatore classe 2000 a padroneggiare l’out mancino a suon di cross e sovrapposizioni. Un’iniezione di fiducia importante, che gli ha permesso di aggredire con più forza i portatori di palla avversari e trasformare l’azione da inoffensiva a offensiva con alcune percussioni chilometriche verso l’area di rigore juventina.
Samotti 6: il compito di impostare l’azione bianconera spettava al centrocampista triestino, che sta pian piano migliorando il suo affiatamento con il compagno di reparto Varesanovic. Dopo un primo tempo in cui le trame di gioco friulane faticavano a trovare sbocchi, nella ripresa è stato più semplice orchestrare la manovra con la Juventus più rintanata nella propria metà campo. Nessuna invenzione da sottolineare, ma un grande lavoro sporco e di intelligenza nel ricevere e scaricare i palloni correttamente. Serviva forse qualcosa in più per graffiare maggiormente la retroguardia juventina. (dal 75′ Siverio s.v.)
Caiazza 6,5: personalità e intelligenza tattica sono i segni distintivi del suo identikit. Il centrale bianconero limita con grande esperienza le avanzate juventine dal suo lato di competenza, prendendosi anche qualche licenza di troppo nell’impostare l’azione dalle retrovie. Pesa, come per il compagno Vasko, le marcature perse su Olivieri che hanno dato il via alle due reti che hanno deciso il match. Fa buona guardia nella restante parte del match, prendendo le misure con efficacia sui due attaccanti juventini. Nel finale, è un suo gol a rimettere tutto in discussione: un destro al volo dal limite dell’area che ha sorpreso Loria, riaccendendo le speranze per l’Udinese riversata in avanti per cercare il clamoroso pareggio.
Vasko 5: il difensore slovacco è incaricato del solito compito: guidare con autorità la retroguardia bianconera. E’ subito un’amnesia, però, a colorare la sua partita, con il troppo spazio concesso al pericolo numero 1 Olivieri, liberissimo di battere a rete per il vantaggio ospite. Ancora Olivieri a sfuggire da sotto il suo controllo, con il numero 9 bianconero che ha subito raddoppiato le distanze nell’uno contro uno con Pizzignacco. Una prestazione da dimenticare, condite da un errore di testa sotto porta che avrebbe fatto in terminare con un pareggio la contesa.
Kubala 5,5: il centrocampista ceco fatica a ritagliarsi uno spazio da protagonista, impattando contro la solida difesa juventina. Il muro eretto dai bianconeri non ha permesso ai ragazzi di maggiore qualità tra le file friulane di esprimersi sopra le righe, costringendoli ad arretrare spesso il proprio baricentro di gioco. Ogni qualvolta ha trovato un pertugio, ha provato ad infilarsi grazie alla sua velocità e ai suoi strappi offensivi, ma oltre ad un paio di accelerazioni non è riuscito ad incidere più del dovuto. (dal 61′ Paoluzzi 5: bagna il suo ingresso in campo con un tiro sbilenco, terminato abbondantemente alto. Successivamente, tenta un improbabile spunto lungo l’out di sinistra, con una pessima realizzazione a prevalere sulle sue buone intenzioni. La sua entrata sul terreno di gioco avrebbe potuto cambiare l’inerzia del match: una maggiore verve offensiva al servizio della squadra, ad incidere sulla stanchezza della difesa juventina).
Ndreu 5,5: gara sfortunata per il centrocampista albanese, costretto ad abbandonare il terreno di gioco a fine primo tempo per via di un infortunio. Sono mancati i suoi guizzi lungo la fascia mancina, padroneggiata da Zanandrea e Kameraj che hanno arginato a dovere i suoi pochi scossoni. Protagonista con un’unica accelerazione che stava per mettere in crisi la difesa ospite, non è riuscito ad esprimersi secondo i suoi standard, uscendo dal campo senza lasciare traccia (dal 41′ Brunetti 5,5: il match winner della sfida con il Bologna ha messo piede sul terreno di gioco a fine primo tempo. Dopo una normale integrazione con gli schemi tattici friulani, ha avuto la chance più importante per la sua squadra, sprecando a tu per tu con Loria con una conclusione strozzata, facile preda del portiere ospite).
Mallè 6: partita non facile per il numero 9 bianconero, stretto nell’asfissiante morsa dei centrali ospiti. La marcatura pesante ordita nei suoi confronti gli ha impedito di graffiare come al suo solito, limitandolo a rendersi protagonista con alcune fiammate. Spettacolare il suo gesto atletico nel primo tempo, una rovesciata da figurina che è terminata a lato ma che ha evidenziato le sue straordinarie doti balistiche. Nel secondo tempo, finalmente, mostra quello di cui è capace: velocità, strapotenza fisica e accelerazione sono le armi più letali del suo repertorio. In alcuni frangenti diventa implacabile palla al piede, ma spesso i suoi guizzi non vengono sfruttati dai compagni. Sfiora il gol con un sinistro murato con i piedi da Loria.
Varesanovic 6: dotato di una lodevole intelligenza tattica, il fantasista bosniaco ha toccato molti palloni, nel tentativo di inventare la giocata giusta per scardinare la retroguardia bianconera. Primo tempo sotto ritmo, senza particolari sussulti degni delle sue qualità. Nella ripresa, complice un calo della Juventus e una maggiore consapevolezza dell’Udinese, è cresciuto con il passare dei minuti, gestendo meglio il possesso del pallone e offrendo più soluzioni con i suoi movimenti. Ha sfiorato anche il gol, con un destro dal limite dell’area che ha colto uno sfortunato palo: un piazzato a giro telecomandato, che si è infranto però sul legno alla sinistra di Loria. Nel finale ha avuto la chance per pareggiare la partita, ma il suo tap-in a botta sicura è stato murato in extremis da Zanandrea.
Jaadi 6: l’attaccante marocchino è indubbiamente il più positivo dell’avvio di gara friulano. Pronti, via, ed è un suo destro a far tremare le casacche juventine: una conclusione potente dalla lunga distanza che sfiora i pali difesi da Loria. Le sue doti palla al piede sono un’arma letale per l’Udinese, anche se a volte non viene supportato dai compagni, optando per un’azione personale fine a sé stessa. Nel finale di primo tempo è ancora dai suoi piedi che si originano i pericoli maggiori per la formazione di Giacomin: dopo aver recuperato la sfera a metà campo, sfida da solo la difesa avversaria, liberando una conclusione deviata in extremis sopra la traversa dalla retroguardia juventina. Pochi spunti nel secondo tempo, ma rimane la sua prestazione positiva.
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