Udinese-Milan sancisce la quinta sconfitta per i bianconeri in sei partite. Un solo punto raccolto, a Marassi, che ovviamente fa sì che la situazione sia particolarmente tesa. Il match con l’Empoli ora diventa veramente uno spartiacque della stagione, perché se i toscani dovessero vincere renderebbero la classifica corta, dando contemporaneamente la possibilità al Frosinone di renderla cortissima. Vale ovviamente il verdetto del campo, i rossoneri hanno vinto, sono stati bravi a capitalizzare nel finale l’orrendo errore di Opoku. Poi capiamoci, per fare punti bisogna buttarla dentro e l’Udinese non sembra saperlo fare. Quello su cui però vorremmo concentrarci è l’ennesimo campanello d’allarme suonato né dalle zebrette né dai Diavoli, ma dalla “giachetta nera”.

Di Bello si è dimostrato ampiamente inadeguato. Fosse la prima volta si potrebbe sorvolare dicendo che è stato un caso, che era fuori forma, ma, visto che invece non è la prima volta che ci regala una prestazione del genere, penso sia giusto parlare anche dell’arbitro. Non per gettargli la croce addosso per la sconfitta, assolutamente, non ha deciso lui la partita, ma trovo giusto che abbiano delle valutazioni anche gli arbitri e, visto che per l’AIA pare sempre andare tutto bene, vogliamo segnalare che stavolta no, non è andato tutto bene, anzi, c’è un membro dell’organico che forse non è adeguato per la categoria.

Il fischietto brindisino, che può fregiarsi anche del titolo di “arbitro internazionale”, rappresentandoci quindi anche in Europa, non ha mai avuto durante i novanta minuti un metro di giudizio continuo e corretto (e in passato fatichiamo a ricordarci partite in cui l’abbia effettivamente avuto). Si è beccato diversi insulti dai giocatori del Milan, senza però mai estrarre cartellini gialli per proteste come da regolamento. Uno su tutti Cutrone, bravissimo in area, ma fastidioso quando ci sono episodi che non siano di suo gradimento. Verrebbe da chiedersi perché gli insulti rossoneri vadano bene, mentre alcuni contatti, come quello di Pussetto, siano da ammonizione. La vacuità del metro però si è vista anche dall’altra parte. Cutrone viene spinto in area, spalla contro spalla, non c'è nulla. Ottimo, va bene. Lasagna si invola, leggerissimo contatto con Zapata che, di mestiere, si lascia cadere. È fallo. Perché? Allora, quello di prima era rigore secondo il tuo ragionamento.

Nel mezzo della confusione, perché i giocatori cercano di adeguarsi al metro di giudizio che vedono in campo (e se non ce n’è uno allora si crea una babele incredibile nella loro testa sul come andare a contrasto), può succedere di tutto. Il meglio di sé però Di Bello lo dà nel finale della partita. Il Milan è nervoso e si percepisce. Ripartenza, Nuytinck la blocca con uno sgambetto che sembrerebbe fallo tattico. L’intero Milan si riversa in campo e il fischietto estrae il rosso. Intervento violento? Non dava assolutamente quell’impressione, ma per qualcuno magari poteva esserlo, forse. Però, visto che l’olandese poi è stato aggredito dagli avversari, a lui il rosso per essere duri ed evitare che la partita sfugga di mano e a chi cerca di scatenare una rissa invece nulla? Decisione che crea una vera e propria nebulosa a chi vede la partita e subisce la decisione. Il momento clou arriva al momento del gol di Romagnoli. Prima convalida il gol, poi ferma tutto per un furigioco, il VAR valuta. Silent check, Di Bello fa il gesto prima dello schermo e poi alza la mano, come per gli off-side, convalidando contemporaneamente la rete. I segnali di fumo sono più comprensibili, forse si stava ispirando a un controllore di volo, non lo sappiamo, sta di fatto che questa riforma del VAR sta creando una confusione incredibile e non è colpa né dell’Udinese, né del Milan e neanche dei giornalisti, ma dell’ente preposto, di chi lo gestisce e di chi ne usufruisce. Detto questo, la vittoria rossonera non si tocca, i bianconeri devono riflettere sui propri errori perché la situazione che si è creata non si può certo imputare a decisioni arbitrali dubbie.

Di certo però ci sono anche altri in Italia che dovrebbero riflettere, perché in Serie B ci sono episodi dubbi o errori, ma raramente si vedono conduzioni arbitrali così vaghe, imprecise e mutevoli. Perché in Serie A invece sono la norma? Mistero.

Sezione: Focus / Data: Lun 05 novembre 2018 alle 17:44
Autore: Davide Marchiol
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