Prima uscita stagionale per la nuova équipe di coach Lino: a tenerla a battesimo è stata nientemeno che la formazione campione d’Italia, quella degli amaranto di Venezia.

Com’è andata lo saprete già: vince Udine di sette lunghezze, 69-62. L’A.P.U. (ancora indietro di condizione, ma ci sta) conferma quel che pensavamo, e che cioè il roster preparato da Pedone & Micalich sia completo, ben assortito, coèso e soprattutto vincente.

Dico vincente e non mi riferisco al Lignanobasket, dedicato quest’anno ad Alfiero, papà del grandissimo Lorenzo Bettarini né nello specifico alla gara di stasera; mi riferisco alla differenza abissale fra questo precampionato e quello dello scorso anno.

Ci eravamo spesi per KayDee, per esempio: qualcuno vaticinava prudenza. Ché ci si ricordasse di Delegal, dicevano; ché la finissimo di giudicare i giocatori solo guardando youtube.

Dimentichi, costoro, che forse andandosi a vedere gli allenamenti, parlando con i giocatori, guardandoli negli occhi si capisce molto di come potrà andare. Certo: magari Dykes è un bidone. Ma intanto è venuto a Udine con un pedigree europeo nutrito e ricco; poi considera la GSA l’occasione giusta nel momento migliore della sua carriera; e poi a dispetto di un fisico da 00utlaw, Kyndall è un cuore d’oro che a gioco fermo non nega un sorriso a nessuno. Le squadre si costruiscono così. E infine alla prima in bianconero gioca divinamente.

Infine: sempre ai suddetti consiglio di registrarsi e riguardarsi la tripla del +6 segnata da KayDee in faccia, mi pare, al signor Hines (non Cartacci del basket Tummellaro). Questo è il basket.

Udine stasera ha vinto anche perché Venezia aveva fuori Tonut, Kyzlink e Biligha, è parsa spesso imprecisa ed inconcludente e, tolto un grandissimo Hrvoje Peric e qualche sprazzo di Hines ha sbagliato tantissimo; Venezia però di certo ha perso perché è stata sovrastata in ogni zona del campo dai neri udinesi, che hanno lottato ogni pallone come fosse l’ultimo in una finale-scudetto.

 Un nervosissimo De Raffaele, cui non piace perdere neanche alle bocce sulla spiaggia, ha ruotato otto soli giocatori dando lunghissimo minutaggio a sei giocatori di numero. Tolto Peric, la squadra è andata a corrente alternata, ed in alcuni dei propri effettivi è parsa mancare la condizione psico-fisica. Ad esempio Orelik, su cui il coach toscano ha puntato a lungo, è parso un pochino sovrappeso: dicono 102 chili, oggi ne aveva addosso almeno una mezza dozzina in più.

Udine? Una squadra, vera. Completa in ogni reparto, tanto che stasera faccio fatica a dare premi al migliore. L’A.P.U. ha iniziato contratta, quasi sentisse il peso dell’impegno; la Reyer si è convinta troppo presto (6-14 dopo 10’) di poterla archiviare con poca fatica, ma la GSA si è sciolta col passare dei minuti fino, come dicevo, a sovrastare l’avversaria. I ragazzi di Lardo, pur con una serie di errori bilanciati da altrettante imperfezioni veneziane, hanno vinto cercando sempre di giocare al basket; tutti i giocatori, i cinque “un po’ più” titolari come quelli che partiranno dalla panca, hanno portato il loro mattoncino alla vittoria finale. La quale, ovviamente, conta poco se presa per quel che è (un’amichevole), ma ha infinito spessore per mettere in cascina autostima e chilometraggio di qualità.

Rain Veideman, il mio santone baltico, ha sofferto nel primo tempo l’aggressività e la vivacità di Hines; quando l’americano è calato e De Raffaele lo ha affidato a De Nicolao, Rain ne ha disposto a proprio piacimento distribuendo giocate meravigliose ai compagni. Vitto Nobile ha dimostrato di poterci stare, al tavolo dei “grandi”; ha giocato con personalità così come Ous Diop, parso un americano quando sotto le plance si è fatto largo contro gente come Watt o Ress, marpioni mica da ridere. Deve imparare a scegliere meglio, talvolta, la giocata ma come detto è un classe 2000...

Benevelli è una garanzia, specie in difesa; Tommy Raspino è cresciuto alla distanza, ed ho già riconosciuto il giocatore veloce di pensiero e furbo di testa, così come la faccia tosta di prendersi la tripla quando lo spazio glielo consente.

Leggermente impreciso il vicecapitano Mauro Pinton; già in palla invece Miki Ferrari, al solito utilizzato in diverse posizioni sul parquet e sempre performante.

Sotto canestro, finalmente!, ringraziamo gentleman Gino, ce lo scordiamo e schieriamo due lunghi uno meglio dell’altro: Ciccio Pellegrino fisicamente sta già benissimo, deve solo ritrovare le misure sui tiri da breve distanza. E qualora non fosse in giornata, ecco Cristoforo Mortellaro dalle spiagge nordestine della Florida: esperienza, senso della posizione, leadership, punti e rimbalzi; fisicità imposta ai lunghi avversari come a chi, il gaucho Cerella, ha cercato la marcatura accettando il mismatch. Un acquisizione molto importante, una scommessa vinta in partenza.

Di KayDee abbiamo detto: qualche piccola sbavatura portando palla, ma a fronte di questo quante magìe abbiamo visto? Kyndall è giocatore. Chi lo paragonava ad Eddie Delegal, che nell’ultima esibizione l’anno passato mancò il ferro tre volte nei suoi cinque tentativi (tutti sbagliati), si meriti il mio caldo, fraterno abbraccio.

Domani finale contro Trieste: la formazione di Dalmasson ha vinto di rimonta infatti contro Treviso di Antonutti, spedendo i biancoblu alla finalina contro la Reyer. Paradossalmente sarà ancora più dura, data la consistenza triestina. Guardavo però il linguaggio del corpo di Cittadini e Green mentre osservavano la gara degli udinesi addentando una pizza: hanno capito che il derby di Cividale non è stato un episodio. Le batoste dello scorso precampionato, di contro, una storia già dimenticata.

Buona la prima, ragazzi: ma il lavoro, quello vero, comincia adesso. Con la certezza che coach Lino ed i suoi sanno perfettamente come preparare questa squadra al vernissage contro la Effe Bologna.

 

Sezione: Focus / Data: Sab 02 settembre 2017 alle 08:20
Autore: Franco Canciani
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