Oltre allo zero nella casella vittorie ed i pochissimi punti ottenuti fin qui, ciò che preoccupa maggiormente in casa Udinese è il basso livello di prestazioni offerte dal collettivo. La squadra concretizza poco, è vero, ma le occasioni nitide complessive in otto giornate di campionato si contano sulle dita delle mani e sono per di più frutto di lampi individuali, non di azioni ragionate e condotte con una certa logica.

Per la cronaca, è doveroso precisare che l’organico presenta diverse defezioni nel reparto avanzato. Con Davis e Semedo ai box, l’unico centravanti puro al momento è Lorenzo Lucca, che di certo non si aspettava un impiego su larga scala fin dal principio. Anche nel ruolo di seconda punta le cose non vanno benissimo. Con Deulofeu e Brenner assenti almeno fino a gennaio, Thauvin (di natura esterno d’attacco) e Success (da utilizzare col misurino per scongiurare ricadute) sono chiamati agli straordinari. Il nigeriano è stato anche impiegato come prima punta per far fronte all’emergenza, ma si è visto che con lui la squadra abbassa il baricentro di almeno trenta metri. Completano il pacchetto l’oggetto misterioso Akè e il giovane Pafundi.

Come è facilmente intuibile, il ventaglio delle opzioni è piuttosto limitato ma, come predicato a più riprese da Andrea Sottil: "questi siamo e tanto vale piangerci addosso". La soluzione alternativa proposta dal tecnico per sopperire alla sterilità offensiva, in occasione delle diverse conferenze stampa, è stata quella di offrire maggior supporto all’attacco attraverso la spinta sistematica dei quinti e l’inserimento delle mezzali. Sono proprio questi ultimi due aspetti che stanno mancando: sia Kamara che Ferreira non sembrano avere le carte in regola per interpretare al meglio quel ruolo. Festy Ebosele si salva, ma è ancora molto acerbo e discontinuo. Zemura deve ancora migliorare molto, specie in fase difensiva.

Stesso discorso si applica per gli interni di centrocampo: WalaceLovric e Pereyra sono la brutta copia dei giocatori che abbiamo avuto modo di apprezzare nella scorsa stagione. Payero è in crescita, ma al momento la porta non la prende mai. Zarraga, dopo l’errore all’esordio, sembra essersi accomodato stabilmente in panchina e Quina rimane molto indietro nelle gerarchie. Samardzic è l’unico in grado di creare qualche grattacapo, ma molto spesso si eclissa e si allontana dalla porta avversaria, dovendosi abbassare nella propria metà campo per ricevere qualche pallone. A tutto ciò si aggiunge anche la scarsa incisività sulle palle inattive, dapprima importante arma nell’arsenale dei friulani.

Tutto ciò si traduce sul campo con un’allarmante sterilità offensiva, che finora ha visto iscriversi sul tabellino dei marcatori i soli Laki (due volte) e Lucca, quest’ultimo con la grande complicità della retroguardia genoana, così come in occasione dell’autogol di Matturro.

Come si è potuto evincere da quanto detto sopra, infatti, il problema sembra essere più di carattere collettivo che di singolo reparto e andrà risolto al più presto se si vogliono evitare spiacevoli sorprese. Sottil ha tante assenze, innegabile, ma è altrettanto vero che gli uomini a disposizione da qualche settimana sono sempre gli stessi e oramai dovrebbero conoscersi un po’ meglio. Di miglioramenti tangibili, invece, se ne sono visti pochi. Gli alibi ci sono, ma fino ad un certo punto.

Sezione: Focus / Data: Sab 07 ottobre 2023 alle 16:00
Autore: Samuele Marcon
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