Nicola rischia e non poco. I Pozzo non affatto sono contenti di come sta andando la squadra, si aspettavano qualcosa di più dal cambio di allenatore. E invece la situazione, da Velazquez a Nicola, è cambiata assai poco. Media punti pressoché uguale, posizione in classifica sempre pericolante ed anzi qualche passo indietro nel gioco. 

Per questo motivo, come già accaduto nella passata stagione quando venne esonerato il subentrante Oddo e si chiuse il campionato con Tudor, potrebbe arrivare il secondo cambio di guida tecnica. Sono infatti giorni di riflessione in società, possiamo dire anche di vero e proprio ultimatum: se Nicola non riuscirà a battere il Chievo avrebbe un piede e mezzo fuori dall'Udinese. Quella di domenica è una partita da vincere a tutti i costi, una partita che non si può sbagliare. In caso di sconfitta altro ribaltone, sfruttando la pausa forzata per il rinvio della sfida contro la Lazio.

Giusto scaricare i problemi ancora una volta sul tecnico? No, ormai lo hanno capito tutti che il problema non sta lì ma altrove. Cacciare Nicola non cambierebbe più di tanto la situazione. Perché la squadra è costruita male, perché ci sono troppe falle, perché manca quel progetto che un tempo era il fiore all'occhiello di questa società. 

E' vero però anche che con Nicola l'Udinese non ha fatto passi avanti. Oltre al difensivismo estremo, che ha portato qualche frutto nelle prime partite, non si è visto nulla. La squadra più che crescere è bensì regredita nel gioco, in trasferta non segna nemmeno per sbaglio e certi giocatori, che lo spagnolo rendevano, vedi De Paul, hanno avuto un'allarmante involuzione. 

Per ogni decisione bisognerà attendere il risultato di domenica. Nel frattempo ci si cautela, si cerca qualcuno disponibile ma soprattutto capace a traghettare la nave in porto nonostante la burrasca. 

 

Sezione: Focus / Data: Mar 12 febbraio 2019 alle 16:03
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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