A suon di parate si sarà conquistato un posto fra i Dei dell’Olimpo. Finora è stato il più grande protettore dell’Udinese, quel traghettatore che ha permesso negli ultimi due anni di non addentrarsi in acque ancora più pericolose. Orestis Karnezis è tutto fuorché un ordinario numero uno. Serietà, dedizione e umiltà fanno parte del suo biglietto da visita. Le “specialità della casa” sono però le tante parate decisive che hanno reso meno amare le prestazioni insipide della formazione bianconera e portato in saccoccia punti importanti. Fra colpi di reni e voli pindarici il portierone greco non smette mai di stupire, conquistando giornata dopo giornata il palcoscenico e il favore della critica. Contro l’Empoli ha portato in salvo la compagine bianconera in ben quattro occasioni, permettendole di restare a galla fino a quando il prode Perica non avesse insaccato il gol che sigillava la vittoria. Una battaglia vinta però non fa conquistare una guerra lunga 38 giornate. Tuttavia il “portiere massimo” ha già conquistato la fiducia del suo popolo, grazie alle parole moderate e al suo essere sempre concentrato su quello che è il suo compito: evitare che la ciurma bianconera si trasformi in una Barcaccia che, così come l’originale fontana del Bernini, fa fuoriuscire acqua da tutte le parti.

Non sempre, però, si riesce ad evitare le cannonate destinate ad insaccarsi in rete e frantumare la speranza di punti. L’era Karnezis non ha certo beneficiato del favore degli Dei, né tantomeno placato la furia dei rigoristi che si presentavano puntuali all’appuntamento dal dischetto. Ma come ci insegna Achille e il suo tallone la perfezione non esiste. Orestis da buon greco è diventato una delle colonne portanti di quel tempio sacro chiamato Udinese. Sostiene il peso di una struttura messa a dura prova da terremoti ricorrenti, che in 90 minuti hanno fatto tabula rasa di tutte le speranze riposte dopo uno squarcio di luce e di gioco. False illusioni di serenità riconquistata e di tregua da prestazioni da incubo che hanno costellato l’universo bianconero per tanto, troppo tempo. Finora sono stati tempi difficili, che hanno armato tutti di pazienza ma anche dato un motivo per sorridere: San Karnezis è fra noi. Riflettiamoci bene: senza la sua protezione dove saremmo ora?

Sezione: Focus / Data: Gio 01 settembre 2016 alle 15:00
Autore: Arianna Forabosco
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