Un lampo nel buio generale. Antonin Barak, con una zampata, illumina improvvisamente il pomeriggio veronese. Non è un gesto tecnico straordinario a concludere una bella azione corale. Bisogna applaudire più la bravura del centrocampista ceco di leggere la traiettoria dello spiovente del connazionale Jakub Jankto che la consistenza di grandi trame di gioco. Tuttavia, dato il momento attuale, quella stoccata è manna dal cielo, una boccata d’ossigeno, un’insperata ancora di salvezza. Basta veramente poco per tornare a sperare.

La sfida del Bentegodi non è stata una passeggiata. L’Hellas Verona ha giocato da squadra vera, con tutti i limiti che la caratterizzano, ma con buoni spunti. In generale, nonostante le consuete sbandate difensive, i bianconeri hanno mostrato qualche idea in più. Peccato solamente per la scarsa mira di Rodrigo De Paul, uno dei simboli di questa squadra, potenzialmente valida, ma spesso pasticciona ai limiti dell’autolesionismo. E che rammarico non aver visto al meglio per tutto l’anno il Barak ammirato ieri. Sicuramente sono tanti i protagonisti mancati in questa annata complicata.

Ed ora? Adesso mancano ancora 90 lunghissimi ed intensi minuti. Avversario di giornata il Bologna di Roberto Donadoni. Certo, i rossoblù giocheranno senza il tarlo dell’obbligo della salvezza aritmetica, conquistata nell’ultimo turno nonostante la sconfitta interna contro il Chievo Verona. Guai al considerare la sfida della Dacia Arena come un match scontato. Nulla di tutto ciò. Il campionato italiano, storicamente, ha proposto drammi causati da formazioni, sulla carta, mansuete ed innocue. Come non ricordare la Roma di Eriksson, con il tricolore sfumato dopo lo scivolone interno contro il già derelitto Lecce? Come può non venire alla mente il nubifragio di Perugia e l’affogamento della Juventus ancelottiana sotto i colpi di Calori e compagni? Come non ripensare al celebre 5 maggio dell’Inter, dal sapore più psicodrammatico che manzoniano? E non si pensi che solamente alle grandi squadre accade di smarrirsi sul più bello. Tra le “piccole” un esempio crudele viene dal recentissimo passato: dodici mesi fa, negli ultimi 90 minuti di campionato, il Palermo, ormai retrocesso, affondava l’Empoli, trascinandolo con sé nel baratro della B. Insomma, se la storia è maestra di vita, va assolutamente ascoltata.

Sezione: Focus / Data: Lun 14 maggio 2018 alle 08:00
Autore: Federico Mariani
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