Dopo il pareggio raccapezzato nel finale con il Genoa, vai ad Empoli e ti aspetti di vedere un'Udinese con gli occhi della tigre, desiderosa quanto meno di dare una svolta netta al proprio campionato. 

E invece quel fuoco, che almeno parole alla vigilia sembrava esserci, dura una poco di più di una ventina di minuti e poi si spegne man mano, tanto che i toscani alla fine vanno vicini - e forse lo avrebbero anche meritato - al colpaccio. 0 a 0 e ringraziamo la scarsa precisione di Cancellieri e il VAR arrivato due volte in nostro soccorso. Un (altro) punto.

Non entro in merito di questioni tattiche o tecniche ma motivazionali. Al Castellani dovevi uscire con i tre punti e invece abbiamo visto ancora una volta un'Udinese triste, sotto ritmo, spaventata forse più di sé stessa che degli avversari. Di fronte c'era l'ultima della classe, squadra che di limiti ne ha anch'essa parecchi. È per questo che bisogna riflettere su quello che può essere il futuro, perché di questo passo tutte le certezze costruite negli anni da una società che innegabilmente è un punto fermo da trent'anni a questa parte del calcio italiano rischiano di sgretolarsi.

Non scherziamo con il fuoco, ha ragione l'amico Canciani. Io come lui sono alquanto preoccupato.

Riavvolgo il nastro e torno al 2018, a quando l'allora direttore sportivo Daniele Pradé dopo Empoli-Udinese 2-1 disse: "Se non si vincono questo tipo di partite è doveroso fare delle valutazioni. Purtroppo siamo gente di calcio e quindi fortemente legata ai risultati". Il giorno seguente Velazquez venne esonerato. 

Parole che cinque anni dopo mi fanno riflettere. Se non vinci contro Empoli, Salernitana, Cagliari, ci metto anche il Genoa e il Frosinone, contro chi devi vincere? I risultati del 2023 sono assai deludenti. Dopo la fiammata e le sei sottliane vittorie consecutive, al rientro dalla sosta per i Mondiali qatarioti l'Udinese è andata in calando. Questo inizio di campionato, poi, è tra i peggiori della nostra storia eppure il calendario faceva ipotizzare tutt'altro. 

Colpa di tutti (anche di noi opinionisti), sia chiaro, ma è evidente che si debba provare a fare qualcosa di più. Credo che l'Udinese, per quanto gravata da alcune assenze e con qualche problema strutturale di troppo, abbia le potenzialità per fare molto meglio di quanto visto finora. 

A Sottil, che guida questa squadra, che vede tutti i giorni i giocatori in campo, il compito di tirare fuori il massimo (tecnicamente e mentalmente) dai giocatori a disposizione, che di certo non può essere questo. Alla società, invece, spetta di capire se è ancora lui l'uomo giusto per questa Udinese.

Ora la sosta, quindici giorni di lavoro, poi il Lecce. Ultimo appello? Ridare un'Udinese competitiva ai tifosi è doveroso.

Sezione: Focus / Data: Sab 07 ottobre 2023 alle 11:58
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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