Francesco Guidolin è tornato recentemente a parlare ai microfoni di calciomercato.com, queste alcune delle sue dichiarazioni, partendo dai rifiuti a tante offerte ricevute: “Ho detto no a tantissimi che mi hanno chiamato. Molta serie A, qualche Nazionale, destinazioni buone solo  per monetizzare, cioé Cina e Arabia Saudita. Non mi nego a tutti, ma voglio chiudere la mia carriera in modo adeguato, ho seicento panchine in serie A, un curriculum rispettabile e aspetto qualcosa che mi stimoli davvero, all'estero avrei voluto fare di più, ma non sempre si trova l'opportunità giusta”.

Il rifiuto al Napoli per restare in quel di Udine: “Il presidente De Laurentiis mi contattò prima di prendere Benitez. Io stavo bene a Udine e glielo dissi, però lui non si capacitava di come un allenatore potesse rifiutare il Napoli. Con il senno di poi non so se lo rifarei, perchè pensavo di restare a Udine tutta la vita, di chiudere lì la carriera e, dopo la panchina, di avere un ruolo diverso all'interno della società. Dei Pozzo non potrò mai dire male. Mi ricordo la stagione in cui, dopo le prime quattro giornate di campionato, avevamo un punto e mi tennero nonostante tutto. Oppure quando nel 2011 mi proposero l'allungamento del contratto dicendomi: “Metta lei la data di scadenza”. Scrissi 2017, ma se avessi segnato 2025 sarebbe andato bene lo stesso. E' chiaro che tutto questo conta tantissimo. Mi dispiace solo di non essere stato considerato uno di famiglia, come credevo, ma solo un ottimo professionista, come mi hanno fatto capire”.



A Udine i risultati migliori: “Premesso che a Vicenza ho vinto la Coppa Italia e che ho qualificato Bologna, Vicenza, Palermo e Udinese per le Coppe europee, sono d'accordo. In Friuli abbiamo centrato due volte la zona Champions, con quarto e terzo posto, e due volte l'Europa League”.


La stagione iconica: “Quella del 2010. Un punto dopo quattro partite, la società ebbe la forza di tenermi e noi alla fine arrivammo quarti, uscendo nel preliminare di Champions con l'Arsenal. In verità, l'anno dopo, vendendo i migliori arrivammo terzi, ma la squadra del quarto posto, oltre a essere fortissima perchè avevamo Sanchez, Totò Di Natale, Handanovic, Danilo, Isla, Inler, Domizzi, era straordinaria fuori casa. Vincemmo 7-0 a Palermo, 3-0 a Cesena, 4-2 in casa del Genoa, 4-0 a Cagliari, battemmo la Juventus 2-1, pareggiammo 4-4 con il Milan. Come l'Atalanta di adesso e, forse, anche di più. Perché io non  ricordo una squadra che vincesse in trasferta con così tanti gol di scarto”.
 

Sezione: Focus / Data: Sab 27 aprile 2019 alle 12:48
Autore: Davide Marchiol
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