4,5 il voto che la Gazzetta gli ha riservato dopo l’ultima uscita a Genova: ma l’attuale De Paul a Udine serve davvero?

“El Diez” è stato il protagonista di una prima parte di stagione entusiasmante, l’unico a salvarsi e provarci con qualche iniziativa quando le cose iniziavano a non filare per il verso giusto: con Velazquez, infatti, l’argentino era l’incaricato ad accendere la lampadina, colui che inventava quando la difesa avversaria era schierata e quello che creava la superiorità numerica, lasciando sul posto i marcatori dopo averli saltati con numerosi dribbling sulla trequarti.

Poi l’errore dagli 11 metri ad Empoli, l’esonero del mister di Salamanca, l’arrivo di Nicola ed un crollo inaspettato; nel mezzo, la prova esaltante contro la Roma, unica prestazione degna di nota da quando c’è stato il cambio allenatore.

Da lì Rodrigo non si è più visto: la squadra ha incominciato a non girare più, abituandosi anche ad un’eventuale assenza del fantasista argentino. Tant’è vero che nell’unica gara in cui il numero 10 è rimasto fuori per squalifica, quella casalinga contro il Cagliari, i suoi compagni si sono imposti per 2 reti a 0, facendo dubitare, e non poco, riguardo la sua utilità nello scacchiere bianconero.

Complice il cambio di ruolo che il tecnico piemontese gli ha destinato (arretrandolo a mezzala e facendolo allontanare dalla porta avversaria) e soprattutto le voci di mercato che lo avvicinato all’Inter, De Paul ha iniziato un po’ a perdersi, lasciando per strada la continuità che aveva trovato nelle prime gare.

Ma analizzando la situazione dell’argentino, questo De Paul può davvero strappare l’Udinese da una “clamorosa” retrocessione? La nostra risposta è negativa, perché in primis individualmente non può, senza alcuni innesti ad accompagnarlo, portare i bianconeri a raggiungere un’altra misera salvezza. In secondo luogo, quando un giocatore è vicino ad una big, se così si può definire l’Inter di oggi, fa di tutto per cogliere l’occasione al volo e approfittare della situazione (Perisic dovrebbe essere ceduto all’Arsenal) per cambiare casacca.

Ed è giusto così, perché ha il talento per sbloccarsi definitivamente e merita un’occasione in una squadra con ambizioni decisamente più elevate rispetto a quelle friulane: visto che l’affare sembra ormai concluso e visto che il progetto societario bianconero non è, per usare un eufemismo, dei più convincenti, ci auguriamo che Rodrigo possa esprimere tutto il suo potenziale ovunque vada, scrollandosi però di dosso il malessere che a volte lo caratterizza per brevi tratti.

Udine è ed è stata una parentesi importante per la sua carriera, quella che gli ha dato l’opportunità di svoltare, spingendolo verso una rinascita personale.

Con l’auspicio che possa concludere su grandi ritmi la stagione attuale, dovesse rimanere in bianconero fino a giugno, speriamo che la prossima destinazione del nostro “Diez” sia il definitivo trampolino di lancio per il suo futuro.

Sezione: Focus / Data: Lun 28 gennaio 2019 alle 20:54
Autore: Nicola Santarossa
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