Delle continue complicazioni e delle visibili difficoltà che l’Udinese ha affrontato fin qui e dovrà affrontare fino al termine della stagione già tanto si è detto e tanto ancora si dirà. Vale dunque la pena soffermarsi su quella che della squadra bianconera è davvero una delle note liete. Assieme a De Paul e Musso, Ignacio Pussetto completa il nucleo argentino della formazione bianconera, nonostante il posto nell’11 titolare abbia dovuto conquistarselo con più fatica e sudore rispetto ai suoi connazionali. L’impegno che “Nacho” ha messo in campo è stato però ampiamente riconosciuto da tutti coloro che seguono la squadra, dagli addetti ai lavori fino ai tifosi. Questi ultimi, durante lo scontro-salvezza con il Bologna, hanno tributato un applauso all’attaccante argentino che da tempo non si sentiva al Friuli. Tempista nel rubare spazio e tempo ai marcatori del Bologna e preciso nell’infilare la porta avversaria, la rete del definitivo 2-1 è stata una sorta di consacrazione per lui.

Quel colpo di testa ha chiuso una fase della storia di Pussetto con l’Udinese, quella in cui il ragazzo classe 1995 doveva farsi conoscere e rendersi utile per la squadra. Ci è riuscito eccome se è vero che in questo momento Nacho è un “intoccabile” all’interno della scacchiera bianconera. La prossima fase riguarda sia il giocatore, che ora dovrà dimostrare continuità di rendimento (qualcosa che in altri giocatori è mancata, per esempio a Fofana o a Lasagna), sia la società che dovrà difendere questo ragazzo dai possibili assalti da parte di altri club e non abbandonarlo alla prima occasione utile come già successo in passato per altri giovani talenti.

Di Pussetto non si può fare a meno in questo momento. I motivi non sono solo caratteriali ma anche tattici. L’ex-Huracán (portato a Udine per una cifra di 7 milioni di euro) è un rilievo duttile, che può ricoprire in maniera alterna sia il ruolo di prima punta sia quello di seconda punta. È sorprendentemente abile nel gioco aereo e dunque è in grado di duellare contro i difensori avversari sulle palle alte, permettendo dunque ai suoi compagni di risalire il campo. Se però per questo compito gli viene preferito Okaka, che porta questi duelli su un piano più “fisico”, Pussetto ha nella rapidità e nella tecnica due caratteristiche per poter far male alle difese con la palla tra i piedi. Che sia un attacco a due o tre violini, l’argentino può risultare utile per ogni evenienza. Non è eresia nemmeno pensare a un suo ingresso a gara in corso viste appunto le sue doti tecniche espresse in velocità, decisive in un finale di gara in cui i giocatori avversari hanno diversi minuti in più sulle gambe. Il momento di Pussetto in panchina è però ormai storia passata. Adesso Tudor avrà bisogno di lui in campo, di questo Nacho può esserne certo.

Sezione: Focus / Data: Gio 04 aprile 2019 alle 14:52
Autore: Redazione TuttoUdinese
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