Una giornata positiva: una folta schiera di giornalisti, più o meno coloro i quali da tanti anni seguono le vicende della pallacanestro udinese, ha potuto assistere all’allenamento della formazione di Lardo. Dopo il pranzo a fianco alla squadra un bello, informale incontro con i giocatori che quest’anno difenderanno i colori bianchineri nel campionato del ritorno a casa, al Carnera.

I giocatori stanno lavorando, come specificato da un sereno coach Lino, sulla “quantità”: bisogna immagazzinare carburante nelle gambe in vista di una stagione lunga e pesante. Solo in seguito si lavorerà sulla tattica e sulla tecnica, già oggetto (nei movimenti di base) della seconda parte della sessione odierna.

Mi rendo conto che per i giocatori ripetute su pick’n’roll, pick’n’pop, scelte di passaggio, linee di tiro, sottomano e backdoor siano tutto sommato noiose; tutti noi che a basket abbiamo giocato a qualsiasi livello amiamo solo che il coach ci dia una palla, tre contro tre o cinque contro cinque e via giocare; invece solo alla lunga si capisce che i movimenti, ancorché provati e ripetuti, vanno allenati anno dopo anno. Divertente? Per loro non tanto. Per noi, però, sì: ed istruttivo.

Dal playground alle parole: iniziando con Lardo, allenatore che predica prudenza e lavoro, lavoro, lavoro; e poi lo zoccolo duro e "friulano" composto da Miki Ferrari, Vitto Nobile, Microwave Pinton i quali (vale sempre la pena ripeterlo) si sono fatti la B, attraversato un campionato altalenante di turnover ed infortuni terminato alla grande, ed oggi si preparano ad iniziare la stagione che tutti noi ci aspettiamo di consacrazione; i nuovi Andy Benevelli, Tommy Raspino, Ciccio Pellegrino ( “quello è un sogno, adesso io vedo solo tanto lavoro da fare”) per arrivare a Cristoforo Mortellaro (“via da Chieti ho rifiutato tante proposte; ne aspettavo una come questa, Udine era in cima alla wish list”) e a “KayDee”, 00utlaw Dykes. Un sorriso grande così, un fisico da campetto di qualità e gli occhi furbi di chi ne ha viste tante e tante ce ne farà vedere ( “hey Bro, mi ha chiamato una squadra di serie A italiana... come potevo farmi scappare quest’occasione?”). Mancavano solo lo sguardo di ghiaccio di Rain Veideman, in arrivo il 25 agosto dalla sua Estonia; e la gioventù di Ous Diop, impegnato con gli esami di riparazione a scuola. Avremo tempo di ritrovarli nel corso della stagione.

La cosa bella è la dimensione umana; sono ragazzi con la passione per la pallalcesto negli occhi, con la voglia di lavorare, lottare e soffrire per la maglia; con l’orgoglio e l’emozione di giocare al Palasport Primo Carnera, la casa di tutti (“e per me doppiamente casa”, ha detto sorridendo Michele Ferrari), davanti ad un pubblico che tutti hanno menzionato essere speciale (“il pubblico di Cividale era caldo, corretto, bello anche da rivale: io a Chieti giocavo a spalti praticamente vuoti!” ha ricordato Mortellaro).

La chiusa, giustamente, è toccata al dynamic GM Davide Micalich; ha ringraziato i colleghi della stampa accorsi a Gemona, ribadendo il programma della pre-season ed auspicando una stagione ricca di emozioni e soddisfazioni. Infine la chicca, forse attesa, della nomina di Michele Ferrari a capitano della squadra. Dispiace per Mauro Pinton che se lo sarebbe altrettanto meritato (Vitto Nobile è giovane ed avrà tempo di rifarsi), ma “Ferro” è comunque un giocatore speciale per tutti noi.

Un ringraziamento a Massimo Fontanini e Gabriele Bruni dell’Ufficio Stampa A.P.U. per averci supportati, forse sopportati: non vediamo l’ora di entrare nel nostro Carnera, sperando di non rendere la loro vita ancora più difficile...

Comunicazione di servizio: le interviste complete ai giocatori e le parole di Lardo le troverete nella sezione “Pressing – il basket” de “Il Calcio magazine” in distribuzione settimana prossima.

Sezione: Focus / Data: Mer 23 agosto 2017 alle 21:37
Autore: Franco Canciani
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