Obiettivamente non so da dove iniziare a descrivere la gara strapersa dalla GSA in quel di Faenza, oggi pomeriggio.

Dalla difesa? Difficilmente ho visto comportarsi così una squadra che concede settanta punti a gara, a dirla tutta; stasera Ravenna ha smesso di giocare a cinque dalla fine, limitandosi a controllare Udine che non ne voleva sapere di rientrare del passivo, via via sempre più ingente, accumulatosi e ne ha messi dentro ottantadue. Udine non ci ha capito nulla sia nel pitturato che fuori, lasciandosi andare sempre di più e concedendo sotto il proprio anello 29 rimbalzi agli avversari. Ovvio che Chiumenti e Grant ci facessero a pezzi. E se sotto cercavamo di stringerci, liberavamo Rayvonte Rice che di mestiere segna come una mitragliatrice.

Tutto ciò premesso, Rice più Grant più Chiumenti non può, mai, fare 63 (su 82 totali di Ravenna) se Udine in difesa gioca una gara normale.

Dall’attacco? Quattro palle perse nei soli primi otto minuti; quindici alla fine, il che equivale a concedere solo con questi errori una decina di punti di vantaggio all’avversaria. Scelte difficili da comprendere, e con lo scorrere del tempo la testa che usciva dal match. Avremmo pensato che i vari KayDee, Rain e il neoacquisto Bushati potessero tenere dentro i compagni con le loro folate; invece niente, una gara mediocre al tiro contro una difesa che ha giocato meglio di sempre, volando sulle ali dell’entusiasmo del crescente vantaggio.

Eppure anche nel terzo quarto un 6-0 di parziale portava Udine a tre lunghezze: ma oggi non era aria. Da lì in poi Rice e Grant non ne sbagliano una, quando nel primo tempo erano stati i 17 punti di Chiumenti (mostruoso col suo 8/8 al tiro da due) a tenere Udine a distanza di sicurezza.

Una GSA che concede 14 rimbalzi di vantaggio all’avversaria (29 contro 43) non si può, proprio, vedere.

Oggi non ci sono graduatorie; promossi e bocciati; migliori e peggiori. Stasera l’intera squadra ha disputato una gara sottotono, quasi da fine stagione, mollando la presa quando alla fine mancava ancora un’eternità. Certo: nulla sarebbe cambiato perché oggi Ravenna ha meritato e basta, dando il 120% contro una GSA forse al  30%. Però...

Però io, che di basket non capisco nulla ma mi piace guardarne tanto (e non certo solo bianchenero), ricordo come fosse oggi un timeout di Luca Banchi, all’epoca coach dell’Olimpia Milano, mentre i suoi si facevano brutalizzare dal Saski Baskonia. Era gennaio 2015 e sotto di un ventello Banchi prese da parte MarShon Brooks, ex Lakers, Nets, Celtics, dicendogli ‘this is not a fu**ing shooting game... You lose by 30 and it’s not like losing by 15’. Ecco: mi piacerebbe anche Lardo facesse questo discorso ai suoi, alla ripresa degli allenamenti.

Perché la domenica si raccoglie quel che si semina in allenamento. E oggi deduco che questa settimana non si sono evidentemente allenati bene. E Udine non deve farsi spazzare via da nessuno.

Da quando scrivo qui di A.P.U. non sono mai stato così pesante: nemmeno l’anno passato, quando si andava incontro spesso a strisce perdenti lunghe e indigeste. È solo perché stasera è stata la peggior gara da quando Orzinuovi espugnò il Benedetti, più di due anni fa. È solo perché penso che gli sforzi economici della società debbano essere premiati dall’impegno sul parquet, sempre e comunque.

Peccato: perché oggi Udine aveva la chance di agganciare il treno delle prime quattro, ma giocando come a Imola (dove però il roster era menomato, ed oggi vi è caduta anche Trieste) e specialmente Ravenna non ci si può arrivare. Nessuno pretende la risalita in A1 già quest’anno, ma l’energia che ha mostrato l’Orasì deve saperla mettere in campo anche Udine.

Adesso il nono posto dista solo quattro punti; ne urgono altrettanti contro Roseto ed Orzinuovi, in casa, per allontanare le rivali agli otto posti play-off.

Ultima nota per l’amico Andrea: quando è crollato a terra dopo aver cercato di contrastare Grant ho scorto la smorfia di dolore sul suo volto, e mentre scrivo sembra ci siano conferme di un lungo stop per un polso forse rotto. A Benevelli tengo particolarmente, per diverse ragioni che non sto a specificare ché in fondo probabilmente le conoscete già; ma in ogni modo con Pinton fuori questo infortunio è pesantissimo, specie con il fardello di una disfatta di queste proporzioni.

A questo punto starà a Diop crescere ancora di più per giocare minuti di qualità in posizione-4. Ed in ogni caso un abbraccio ad Andy, per tornare ad urlare ‘Andydatreeee’ quantomeno nei prossimi play-off.

Sezione: Basket / Data: Lun 29 gennaio 2018 alle 07:15
Autore: Franco Canciani
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