Ma niente punti. E non per caso.

Piccola parentesi, a beneficio della memoria di tutti: sabato sera a San Siro il VARista era Maresca. Il medesimo che con il compagno di rivista Abisso aveva ideato la gag del fuorigioco di Maxi sulla rete di Barak. All’Inter prima Pairetto (talis pater, talis filius) lavora in autonomia, giudicando il fallaccio di Gagliardini nemmeno da giallo; poi entra in scena il fischietto partenopeo: prima un rigore didattico su Cataldi è derubricato a scorreggina; poi segna Skriniar con Ranocchia in offside palesemente ininfluente: come quello di Lòpez, e stavolta convalida senza sceneggiate. Ripeto il mantra: le macchine non sbagliano. I mediocri sì, ed anche tanto.

Niente punti: la Samp fa il minimo sindacale e ne porta a casa tre, con tanto di segni di croce del patron (non ho mai scomodato il Superno per così poco come una rete di Silvestre, lui evidentemente è così) e sostenuta conferenza stampa di Giampaolo. Ha ragione a dire che si sono meritati la vittoria (in senso assoluto) ma non certo per come hanno giocato, come invece sostiene. Nemmeno per una ricompensa per i rigori dell’andata, come ritiene qualche tifoso cerchiato; se la sono meritata perché in campo erano nettamente più forti. E alla fine, almeno qualche volta, vince chi calcia la palla con più padronanza.

Niente punti, perché l’Udinese schiera due falsos nueves. Scelta condivisibile che getta Giampaolo e la sua difesa nella più totale confusione per tutto il primo tempo, fino al jolly pescato dall’ex-Inter. Quando però le cose si mettono male, Oddo si guarda dietro le spalle e vede solo difensori. Va così.

Niente punti, perché Widmer la mette fuori quando doveva solo scegliere come segnare; perché Samir prende il palo ed un positivo Seko Fofana una clamorosa traversa.

Niente punti perché l’Udinese da stagioni e stagioni, allenatori ed allenatori, difendenti e difendenti prende reti evitabili su calci piazzati. Oggi Silvestre, all’altezza del dischetto del rigore, ha il tempo di stoppare e mirare l’angolino. Anche un giocatore con la carriera ormai alle spalle come lui (o forse proprio per questo) non poteva esimersi dal timbrare il cartellino.

Niente punti perché Duvàn lo conosciamo: andava fermato al limite della propria area, quando invece prende velocità è un autoarticolato lanciato in discesa mentre il finale, per sua stessa ammissione, è baciato dalla buona sorte. Cerca Quagliarella, trova l’angolino ed un Bizzarri poco reattivo. Finitela di cavar fuori Scuffet: il frut ha avuto le sue occasioni, perdendole. Ne avrà ancora? Forse, ma Albano (arruolato come balia asciutta e riciclato da titolare) sbagliando in un paio di frangenti, non ha certo rovinato quanto di buono fatto in passato.

Niente punti perché leggendo i convocati, alla voce ‘attaccanti’ si leggeva Maxi Lòpez e Djoulou. Già, Djoulou: uno giovane e volonteroso, definito ragazzo di prospettiva. Peccato che quando lo vedo giocare in Primavera fa una fatica bestia. Evidentemente sfortuna mia. Con un intero reparto non a disposizione per infortuni e prestiti ad altre formazioni nel calcio si va poco lontano.

Niente punti, ma all’Udinesecalcioessepia va probabilmente bene così. Qualche tifoso è invece preoccupato di retrocedere con tredici punti di vantaggio sulla terz’ultima e otto sulla quattordicesima. Indosso il solito cachemire per strapazzarlo di morbidezza. All’Udinese va bene così perché un’altra stagione andrà in archivio con un piazzamento mediocre, ma chissene: resteremo-resteremo in serie A! Non è questo il punto, amici miei. Capitemi, Vi prego.

Niente punti nonostante Oddo: è un allenatore che si sta confermando nei suoi valori tecnici e tattici, nella capacità di leggere le gare, di mettere in pratica soluzioni originali che non siano un refrain tipo esce-DePaul-entra-Matos, come nel recente passato (penso a Delneri e mi si stringe il cuore, Gigi avrebbe meritato altro). Nelle scorse settimane ha subìto critiche secondo me ingiustissime: oggi ha stravinto la sfida con uno bravo come Giampaolo la cui soddisfazione in sala stampa faceva eco al sollievo provato al triplice fischio del modesto Damato (l’attuale nidiata arbitrale è talmente modesta che hanno chiesto al barlettano di dirigere un anno ancora, in regime di deroga. Damato, non Agnolin: Damato). Parla con saggezza, Oddo: da ragazzo intelligente, giocatore campione del mondo e vincente con le maglie più prestigiose. Ha conquistato i suoi ragazzi, il pubblico, evidentemente non abbastanza chi avrebbe avuto il dovere morale di non costringerlo ad acrobazie tattiche togliendogli, lo dico una volta ancora, un reparto quasi intero. Vorrei vedere Simone Inzaghi se si infortunasse Immobile, e contemporaneamente gli facessero sparire Milinkovic, Alberto e Nani. Così.

Lo so, Vizeu: ma io parlo di oggi. Ed oggi, da Marassi, l’Udinese dotata di una punta normale, anche un vecchio svincolato imbolsito, portava a casa punti. Non solo uno.

 

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 26 febbraio 2018 alle 09:20
Autore: Franco Canciani
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