Scusate amici di Tuttoudinese, ma davvero non riesco a capire il senso di un "colpo di mercato" come Harbaoui. Meno di due mesi all'Udinese, tempo giusto per qualche selfie con Thereau e compagni vari, per qualche sgambata in Austria, inframezzata dal "decisivo", tanto per dargli un po' di tono, gol all'Al Jaish e poi fuori dal "progetto tecnico" societario e spedito in questi ultimi giorni di trattative all'Anderlecht.

Mi ricordo bene le parole di Nereo Bonato il giorno della conferenza stampa di presentazione del tunisino: "E' un giocatore con la giusta esperienza per poter far crescere l'Udinese in questo nuovo ciclo. Un po' di esperienza era necessaria in determinati settori. Abbiamo deciso di inserire allora un giocatore come lui che seguivamo da tempo". 

Lo seguivano da tempo e non si erano accorti che per il campionato italiano era inadeguato. Lento, impacciato, praticamente pachidermico. Forse credevano, o speravano, di cedere Thereau e Zapata, e quindi a costo zero in giro per l'Europa non c'era attaccante da prendere se non uno svincolato del Lokren. A questo 31enne, non un giovane su cui magari si può anche azzardare a scatola chiusa, la lungimirante società bianconera ha fatto firmare un triennale fino al 30 giugno 2019. Difficile entrare nella testa di chi ha pensato a questa opzione. Poi, vedendolo muoversi in campo e non imbroccarne nemmeno una, a qualcuno si è accesa la lampadina.

Per fortuna, e dico per fortuna, è stato ceduto a titolo definitivo ad una squadra che cercava una punta dopo aver dato l'addio ad Okaka, vestitosi del giallonero del Watford. 

E' andata così e alla fine è andata anche bene perché in questa Udinese devono giocare i giovani con qualità e con la fame di successi e non l'Harbaoui di turno in cerca di un contratto remunerativo. 

"Dopo il Lokren cercavo la soddisfazione anche dal punto di vista economico, che, nonostante il calcio sia un piacere, ad uno giocatore di 30 anni è una cosa importante" 

Sezione: Focus / Data: Mar 30 agosto 2016 alle 18:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
vedi letture
Print