Stesso stadio, 16 anni dopo. Correva la stagione 1998/99, si giocava Udinese-Cagliari, una partita che si preannunciava spettacolare e combattuta. I sardi neopromossi, sotto la guida di Giampiero Ventura, arrivano in Friuli forti di 14 punti che valgono un'impronosticabile sesta posizione, precedendo di un punto proprio la banda Guidolin, ferma a 13.

La sfida è vivace ed entrambe le squadre lottano per vincerla. I bianconeri passano in vantaggio con Bachini e sfiorano il 2-0 in più di un'occasione, ma anche i rossoblù hanno le loro chance e la battaglia continua serrata. Almeno fino al minuto 58, quando l'allora Stadio Friuli diventò un blocco di ghiaccio, muto e senza vita. Locatelli si invola verso la porta e Grassadonia entra in scivolata per fermarlo. L'impatto è tremendo, perché il bianconero cadendo finisce involontariamente col dare una ginocchiata in testa al difensore avversario, che perde i sensi. Arresto cardio-circolatorio.

L'arbitro inizialmente non si rende conto della situazione, ma Scarpi invece ha visto tutto e si getta sul compagno, praticando immediatamente la respirazione bocca a bocca. Pochi secondi, che però sono stati fondamentali per dare al medico sociale dell'Udinese il tempo di raggiungere il difensore e praticare il massaggio cardiaco che gli ha salvato la vita. Grassadonia infatti fortunatamente riprende a respirare e viene trasportato all'ospedale. La partita riprenderà e finirà 2-1 per l'Udinese, ma a nessuno interesserà più di tanto. Ciò che veramente conta è che il difensore rossoblù recuperò completamente dall'incidente e tornerò poi a giocare. Il più bell'intervento della carriera di Scarpi, senza alcun dubbio.

Ciò che è accaduto durante Udinese-Roma non può che far ripensare a questo episodio, capitato più di 15 anni fa. La partita questa volta è stata sospesa, una decisione presa all'unanimità dalle due squadre, dagli staff e dalla terna arbitrale, per permettere ai compagni di accorrere da Evan Ndicka. Il difensore giallorosso fortunatamente non aveva perso conoscienza dopo il malore e aveva provato a rassicurare tutti alzando il pollice al momento dell'uscita in barella, ma non c'è stato niente da fare. La Roma si è stretta attorno al suo uomo e l'intero Bluenergy Stadium è stata con lei. Dagli spalti sono arrivati applausi e canti, che hanno salutato i giocatori andati ad omaggiare il pubblico prima di recarsi negli spogliatoi. Impossibile giocare senza essere certi delle condizioni del centrale, impossibile giocare quando in ballo c'è la vita di un uomo. Ha vinto l'umanità, di nuovo, e questa volta senza bisogno di un super portiere.

Sezione: Notizie / Data: Dom 14 aprile 2024 alle 23:00
Autore: Gabriele Foschiatti
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