Fuori dal campo un passato tormentato, sul terreno di gioco un altro traguardo importante. Nella gara di sabato contro lo Stoke City, Troy Deeney ha messo a segno il suo primo gol in Premier League. Non proprio una novità per uno che in carriera ha sempre timbrato con continuità; ma la rete di sabato ha – in un certo senso – messo il sigillo su una risalita durata mesi, anni.
Punta centrale di 27 anni, capitano del Watford “dalla faccia poco raccomandabile” e con un passato in carcere. Deeney nasce a Birmingham ed ha la sua prima grande occasione quando viene apprezzato dall’Aston Villa: impossibile non vedere il suo talento, i Villans vogliono tesserarlo per rinforzarsi con un quindicenne di grande prospettiva. Come lui stesso dichiarerà successivamente, Troy però decise di non presentarsi a Villa Park per un provino perché “preferivo passare l’estate con le mie ragazze”.
Tre anni più tardi inizia a giocare con il Chelmsley Town (squadra non professionistica) e viene notato dal Walsall, società di seconda divisione in cui rimane per tre stagioni segnando 27 gol in 123 presenze: sveglia alle 6 del mattino, ritorno a casa alle 8 di sera e voglia di cambiare la sua vita, tornando a giocare da professionista. “I miei compagni erano stanchi – racconterà in seguito l’attaccante in un’intervista – e dicevano che non avevano voglia di allenarsi così tanto. Io ricordavo loro che venivano pagati per fare poco o nulla e che le cose di cui lamentarsi, nella vita, sono altre”.
Nel 2010 (altra) grande occasione: il Watford, che ha ormai superato la crisi economica e ha grandi progetti per il futuro, decide di investire su di lui. Per risalire nella massima serie servono i suoi gol, ma è in quel momento che Deeney si smarrisce: spende i soldi del suo primo vero importante contratto in avventure notturne, viene coinvolto in una rissa a Birmingham e condannato a 10 mesi di reclusione, poi ridotti a due grazie al pagamento di una multa e alla dimostrazione di pentimento. Due mesi lontano dal calcio e con gli occhi di tutti puntati addosso.
Ma Troy riesce a venirne fuori, grazie all’aiuto del suo club che non lo abbandona. Anzi, lo sostiene e gli permette anche di risolvere i suoi problemi con l’alcool. La risalita inizia grazie al lavoro personalizzato con Jamie Velocity, un preparatore fisico personale (lo stesso che si è occupato anche di Fabian Delph e Jack Wilshere). Torna in forma, viene nominato capitano e supera anche le difficoltà con l’allenatore Jokanovic, che lo lascia in panchina per quattro gare consecutive. Il tempo gli darà ragione e lo stesso giocatore riconoscerà che quella scelta lo ha responsabilizzato. Il comportamento rispettoso adottato in quel periodo gli ha permesso di diventare il leader del gruppo.
Nel 2012 il club passa nelle mani della famiglia Pozzo, mentre sul campo, con il cambio di modulo, Deeney diventa sempre più decisivo. Più di una volta la squadra fallisce di un soffio la promozione in Premier League, che arriva comunque nella scorsa estate, soprattutto grazie alle 21 reti (a cui vanno aggiunti 10 assist) in 42 presenze del capitano, leader e uomo più decisivo del gruppo: il trio con Ighalo e Vydra porta 57 gol alla squadra giallorossonera.
Un rinato Troy Deeney è il protagonista della stagione, lui che oggi, a 26 anni, sta giocando il miglior calcio della sua carriera. E’ un punto di riferimento per compagni e colleghi. I suoi problemi ormai sono alle spalle, l’inglese rimane un esempio di motivazione, carattere e determinazione per raggiungere gli obiettivi prefissati. Oggi il suo Watford - che vanta numerose conoscenze ‘italiane’, da Britos e Behrami a Ibarbo e Diamanti, oltre all’ex Chelsea Aké e all’ex Spurs Capoue - ha 13 punti in classifica ed è pronto a stupire ancora.
Con Deeney là davanti, che alla decima presenza ha trovato la prima rete nella massima serie e che può anche vantare il supporto di un tifoso speciale come Sir Elton John, che questa estate, prima dell’inizio del campionato lo ha chiamato per congratularsi per la promozione e per augurargli un “in bocca al lupo” molto speciale. Una stella in campo e una in tribuna a tifare, dopo la risalita e in attesa di nuove gioie da condividere.
Autore: Salvatore Ergoli
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