Quella di ieri è una partita difficile da commentare. L’Udinese ha fatto una partita onesta e ai punti avrebbe meritato quantomeno un pareggio ma il verdetto del campo ha assegnato la vittoria alla Juve, opaca e lontana da quella squadra che ha dominato in Italia per nove anni ma questa oramai non è una novità. 

Partiamo proprio dalla Juventus. Squadra senza un’organizzazione di gioco efficace con un allenatore che a parole continua ad essere confermato dalla dirigenza juventina ma è tutt’altro che saldo sulla sua panchina. Finirà la stagione sicuramente, ma l'ombra ingombrante di Allegri potrebbe concretizzarsi in un ritorno del tecnico toscano scalzando l’ex centrocampista di Milan e Juve che magari tra qualche anno sarà il miglior allenatore del mondo ma ad oggi sembra non essere entrato nelle dinamiche del ruolo, d’altronde allenatori non lo si diventa dallìoggi al domani, è un percorso e come tale richiede del tempo.

Poi i giocatori: c’è chi dopo anni di dominio ha staccato la spina mentalmente, chi non è adatto alla grandezza di una squadra che vuole vincere ogni domenica, chi sembra avere la testa altrove e chi non sembra ingranare nel modo in cui la squadra è stata strutturata. E così ne esce la prestazione appunto opaca della Juve frutto di prestazioni scialbe dei suoi singoli: Bernardeschi, Dybala, Kulusevski, Ronaldo… Ronaldo?! Ma non ha fatto l’ennesima doppietta che ha deciso la gara? Sì ma la prestazione non c’è stata. Ciò testimonia che anche il portoghese è umano e da solo non vince le partite ma ha bisogno dell’appoggio della squadra. 

Ma allora se la prestazione dei bianconeri di Torino è stata così incolore come è possibile che il risultato dica 2 a 1 per loro? La sconfitta è arrivata perché l’Udinese è andata in cerca di farsi male da sola. Nel post partita Marino si è sfogato, comprensibilmente anche, ai microfoni dei giornalisti denunciando l’atteggiamento poco professionale dei dirigenti juventini che avrebbero messo pressione sul direttore di gara portandolo poi a compiere degli errori. Lo sfogo ci sta, come detto, perché perdere così fa male ed è ancora più doloroso farsi sfuggire una partita nel finale, contro un avversario oggettivamente più forte, che però non ha fatto nulla per provare a ribaltare il risultato. 

Tuttavia non è l’arbitro la causa della sconfitta, o quantomeno non la principale. L’Udinese perde per errori banali, quasi stupidi. Il fallo su Cuadrado non c’è è vero ma l’errore pesante è di De Paul (che nel complesso ha giocato un’altra grande partita) che devia con il braccio, in maniera evidente il tiro di Cristiano Ronaldo permettendo al portoghese di presentarsi dal dischetto dove fa 1 a 1. Quinto rigore consecutivo contro l’Udinese, è record.

Il secondo gol è un doppio errore: Rabiot crossa da tre quarti campo e trova Ronaldo, unico giocatore della Juventus in area, sul secondo palo, non marcato in maniera perfetta da Samir, che da posizione defilata di testa batte uno Scuffet che non è esente da colpe. C’è una leggera deviazione del difensore brasiliano che non permette al portiere di reagire.

Il calcio sa essere così, crudele e spietato. Si dice che la partita perfetta abbia come risultato lo zero a zero perchè vuol dire che gravi errori, soprattutto a livello difensivo non sono stati commessi. In realtà la cosa che balza all’occhio di questa partita è che si può anche giocare un’ottima sfida senza subire le offensive dell’avversario ma poi la differenza la fanno gli episodi. Oggi sono stati un non fallo di Stryger Larsen a cui è succeduta una sciocchezza di De Paul e poi un errore del duo Samir-Scuffet. L’intento non è quello di colpevolizzare ma si vuole far capire come la squadra forte è quella che riesce a rimediare con prontezza ai propri errori e che sa sfruttare gli episodi. 

La statistica dice che oltre il 70% dei gol di una squadra sono fatti per due motivi: palle inattive ed errori dell’avversario. Dunque basta avere degli ottimi colpitori di testa, ottimi tiratori di punizione e calciatori bravi a sfruttare le incertezze degli avversari che già ci si ritrova con un buon bottino di gol. In settimana ci si può allenare, si può proporre, si può sperimentare, ma solo una piccola quantità di gol viene prodotta da queste situazioni.

Prendiamo ad esempio la semifinale di Champions League PSG - Manchester City di settimana scorsa. Gol di Marquinhos su palla inattiva, pareggio di De Bruyne su errore degli avversari, gol di Mahrez su palla inattiva con annesso errore dell’avversario. Questo è il calcio. Con ciò non voglio sminuire l’importanza di avere un gioco propositivo, di giocare bene e di far divertire, ma in questo sport, come in molti altri, è essenziale sfruttare gli episodi. La Juventus ieri gli ha sfruttati, avere un fenomeno in squadra come CR7 aiuta, anche se non in splendida forma, mentre l’Udinese ha pagato delle sciocchezze a caro prezzo. Meglio vedere questi errori adesso a obiettivo raggiunto ma ovviamente fa male, è tremendamente scoraggiante. Questa è una delle sfaccettature del calcio.  

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 03 maggio 2021 alle 07:07
Autore: Alberto Artico
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